La legge Calderoli sulla Autonomia differenziata ha suscitato e susciterà aspri dibattiti. Il nome di Calderoli non è in effetti una garanzia, visti i precedenti relativi ad una legge elettorale, definita dallo stesso ministro, “una porcata “. Inoltre la nuova legge realizza la riforma del titolo quinto della Costituzione voluto dall’Ulivo e da Prodi per tacitare la Lega. La riforma ulivista scritta da Bassanini ha creato confusioni e conflitti tra Stato e Regioni, l’attuale legge Calderoli rischia di mettere in gioco l’Unità Nazionale, tra mille difficoltà e sacrifici anche di sangue raggiunta nel 1918.
Disfare il Risorgimento è cosa degna di Bossi, ma non di chi ama l’Italia, la sua storia e il suo futuro. Ci sono materie come salute e istruzione che debbono essere di competenza statale, semmai togliendo potere alle Regioni. La pandemia lo ha dimostrato in modo clamoroso per ciò che riguarda la sanità. Una riforma della scuola deve avere un respiro europeo, andando oltre Gentile, pur mantenendo integro lo spirito italiano.
Chi scrive, da liberale, è sempre stato contrario alle Regioni. Le obiezioni di Malagodi e per certi versi anche di Covelli e di Almirante si rivelerarono fondate. E i fallimenti delle Regioni, con voragini di deficit da ripianare, hanno dimostrato come il sistema delle autonomie in Italia sia spesso incompatibile con l’etica della responsabilità, a partire dalla Sicilia. Il progetto italiano deve fondarsi su un patto solidale tra Nord e Sud che nasce da lontano.Volete mettere Bossi e Calderoli con Cavour e Mazzini? Non scherziamo.