Il matrimonio nel 1924 tra il giovane industriale di Ivrea Adriano  Olivetti e la torinese Paola Levi, figlia del famoso patologo  di cui scrisse la sorella Natalia Ginzburg in “Lessico famigliare”, avrebbe cambiato lo stile di vita e gli interessi culturali dell’ingegnere destinato a diventare l’astro nascente dell’ industria delle macchine da scrivere, ma anche personaggio di rilievo di un mondo imprendiroriale culturalmente significativo, unico in Italia.

L’Italia del 1924, quella del delitto  Matteotti, era molto arretrata sul terreno dei rapporti  uomo- donna e il caso di Olivetti fu un episodio unico anche se il matrimonio durò solo fino al 1938, allietato dalla nascita di tre figli. Paola Olivetti ebbe il fascino per avviare il marito, molto innamorato di lei, verso un’apertura  che spesso è stata attribuita come una qualità del solo Adriano che per compiacere la giovane moglie si traferì a Milano dalla natia Ivrea : un cambiamento destinato ad instaurare nuovi rapporti sociali ed intellettuali nei quali Paola ebbe un ruolo da protagonista. L’ingegnere uscì dall’ambito della sua cultura tecnica per aprirsi alla cultura umanistica e all’arte che divennero un elemento caratterizzante della sua vita successiva e si incrementarono dopo la fine della guerra quando Adriano incominciò a scrivere libri, maturando l’idea della Comunità, luogo di ritrovo tra industria e civiltà a misura d’uomo che fece della “Olivetti”un modello inimitabile anche per il suo generoso utopismo tra socialismo e cristianesimo.

Olivetti a Milano arricchì i suoi interessi nell’ambito dell’urbanistica, delle scienze umane e dell’architettura. Paola, malgrado la formazione patriarcale avuta dalla famiglia e da quel personaggio curioso che fu Giuseppe Levi, fu una donna all’avanguardia che portò Adriano ad entrare in rapporti con numerosi intellettuali. Ella, anche per la sua vita molto indipendente, che la condusse a vivere l’esperienza della coppia aperta, finì d’innamorarsi del pittore Carlo Levi da cui ebbe una figlia che verrà riconosciuta da Adriano, che aveva subito un forte condizionamento da Camillo che per tanti versi si rivelò un “padre padrone”. Adriano, scrive Paolo Bricco nella sua biografia, è timido,goffo, silenzioso. Ama mangiare i dolci. Da piccolo non mostra una mente scintillante. Così come appare in “Lessico famigliare”, arrivo’ a casa Levi la prima volta nel 1918 vestito da soldato ed era “grasso e pallido”. L’innamoramento nei confronti di Paola riuscì a trasformarlo progressivamente.

Paola sarà un Pigmalione al femminile, insofferente alla famiglia borghese. Adriano avrà poi altri amori con la sua segretaria e successivamente con Grazia Galletti da cui ebbe una figlia. L’altra grande passione della sua vita fu la politica a cui partecipò con interesse, apportando un contributo di idee importante. Ad aver avviato Adriano verso un’imprenditoria colta sarà comunque la prima moglie, da cui non si distaccherà mai totalmente fino alla sua morte.