Ecco una di quelle storie fino ad ora sconosciute ai più, restate sepolte per quasi due secoli fra le stanze polverose e maleodoranti di un antico casale, dal 1816 di proprietà di cugini dell’autore, dedicata al nostro glorioso e amato Risorgimento, di cui non si scrive mai abbastanza, e venuta alla luce grazie alle ricerche di Giovanni Adducci, ingegnere di Roma e docente di discipline aeronautiche, oltreché grandissimo appassionato di storia risorgimentale e moderna.
Il libro racconta la suggestiva storia di questo piccolo eroico casale, situato nei pressi di Porta San Pancrazio. Tramandato alla storia col nome degli originari proprietari Giacometti, di presunta provenienza elvetica, acquistato nel 1816 da Antonio ADDUCCI, antenato dell’autore, di professione agricoltore, resta tuttora, insieme alla più famosa e altisonante Villa del Vascello, al Gianicolo, unico superstite dei furiosi combattimenti che ebbero luogo tra italiani e francesi, nel giugno 1849, e che terminarono purtroppo con la caduta della gloriosa Repubblica Romana.
Il 3 giugno 1849, per ordine di Garibaldi, il casale divenne infatti, oltre che una rustica osteria for de porta, conosciuta oggi come Ristorante Scarpone, un avamposto di enorme importanza strategica per la difesa di Roma. Una stampa, conservata presso l’Archivio Centrale del Museo del Risorgimento, che descrive i furiosi combattimenti di quei giorni, lo raffigura defilato a sinistra, con due significativi sbuffi di fumo uscenti dalle sue finestre. Da queste, infatti, gli Italiani tiravano continuamente contro la micidiale batteria n. 10 dei francesi del generale Oudinot, asserragliati nel Casino dei Quattro Venti, in Villa Pamphili. Dentro l’umile casale era l’inferno.
Museo Centrale del Risorgimento – Roma VED 5C (21)
Durante quei drammatici giorni di combattimenti, il sangue dei patrioti italiani intrise i pavimenti della casa, e nella attigua stalla, divenuta un’improvvisata infermeria, si spense l’eroe varesino Enrico Dandolo, colpito a villa Corsini.
Questa piccola costruzione fece ancora parlare di sé sotto l’occupazione nazista, nel corso della quale i coraggiosi proprietari, rischiando la pelle, nascosero nelle sottostanti cantine intere famiglie di perseguitati. Per ironia della sorte, Eugen Dollmann era abituale cliente dell’Osteria Scarpone.
Immagine del casale negli anni 60 – Foto di Massimo Cippitelli
Negli anni successivi, alcuni discendenti degli Adducci, dimostrando una vera passione per lo spiritismo, sembra praticassero regolarmente all’interno della casa delle sedute medianiche, durante le quali si avvalevano anche di una medium. Basandosi su testimonianze certe, rese perfino dello stesso autore del libro Giovanni Adducci, alcuni misteriosi, inquietanti fenomeni continuano tuttora a manifestarvisi. Recentemente, perfino un gruppo di parapsicologi piuttosto noti, i Ghost Hunters di Roma, ha svolto indagini riguardanti l’oscura origine di tali fenomenologia.
A dispetto del tempo ormai trascorso, l’atmosfera della casa continua ad essere tuttora davvero suggestiva e carica di una strana tensione. Inevitabile pensare, non senza un velo di commozione, a tutti i soldati che in quelle stanze diedero la vita per Roma e per l’Italia, poveri caduti ai quali Giovanni Adducci ha voluto dedicare il suo libro.