Riconosciuto il risarcimento ad un consumatore a cura di: Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”.

Una vittima di smishing ottiene il riconoscimento del diritto al risarcimento del danno!

È quanto è accaduto, nei giorni scorsi, ad un consumatore che era rimasto vittima di una truffa tramite sms (tecnica dell’SMS Spoofing) che gli aveva provocato un danno di € 11.666,00. Avendo, infatti, lo sfortunato utente, ricevuto un sms da un numero apparentemente riconducibile a Poste Italiane, società presso la quale ha il proprio conto corrente, è caduto nella trappola ed ha inserito i dati richiesti permettendo, così l’accesso e l’effettuazione di una operazione di bonifico dal conto. Non essendo riuscito a definire la controversia bonariamente, il consumatore ha promosso una procedura dinnanzi all’Arbitro Bancario Finanziario, conclusasi nei giorni scorsi con il riconoscimento del diritto ad ottenere da Poste Italiane il risarcimento del danno patito pari ad € 11.666,00. Più in particolare l’Arbitro ha ritenuto che il sistema di autenticazione e di protezione adottato da Poste Italiane non risulta conforme allo Strong Customer Authentication altrimenti il danno in questione si sarebbe potuto evitare. Nel corso del 2021 l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” è stata in prima linea nella tutela dei consumatori avverso le truffe on line, le quali, a causa della pandemia e del maggiore ricorso al commercio elettronico, hanno registrato un sensibile aumento rispetto al passato. L’Associazione, quindi, oltre a prestare assistenza alle vittime di tale tipo di truffe, ha avviato una campagna informativa a tutto campo cercando, in tal modo, di prevenire eventi lesivi per i consumatori. La prima forma di tutela per il consumatore è, infatti, l’informazione. Per questo motivo è, in atto, una campagna di sensibilizzazione e di informazione dei cittadini su queste problematiche affinché le stesse possano essere riconosciute in tempo ed evitate. È bene sempre ricordare che le Banche, le società di gestione delle carte di credito, e società delle quali si è clienti non chiedono mai via mail, sms o telefonate i propri dati personali o di effettuare pagamenti pilotati. Qualora, pertanto, si dovesse essere destinatari di tali richieste non si deve dare alcun seguito ad esse e non si deve mai fornire alcun dato. Se il consumatore dovesse restare vittima di tali forme di truffa, innanzitutto, è necessario  contattare il proprio Istituto di credito o la società che ha emesso e gestisce la carta di credito, disconoscere le operazioni fraudolente e bloccare il conto corrente o la carta di credito, in modo tale che i propri dati non possano essere nuovamente utilizzati. L’utente dovrà, poi, sporgere denunzia presso la Polizia Postale in merito all’accaduto e dovrà inoltrare alla propria Banca o alla società di gestione della carta di credito una diffida con la richiesta di rimborso delle somme delle quali è stato fraudolentemente privato. A tale diffida deve essere allegata la denunzia presentata alla Polizia Postale. Qualora il destinatario della diffida dovesse declinare ogni responsabilità e rifiutarsi di rimborsare le somme richieste, allora il passaggio successivo sarà quello di promuovere, ove ne ricorrano gli estremi, una azione giudiziale, la quale dovrà essere preceduta dal tentativo obbligatorio di mediazione finalizzata alla conciliazione oppure dalla procedura dinnanzi all’Arbitro Bancario Finanziario. Quest’ultimo si è più volte, di recente, espresso in favore del consumatore affermando che grava sulla Banca o sulla società di gestione della carta di credito dimostrare di avere adottato un sistema adeguatamente protetto di autenticazione con conseguente declaratoria della sussistenza di colpa grave in capo al professionista qualificato e conseguente diritto al rimborso/risarcimento del danno a favore del consumatore.