I comunisti non vivono solo per cancellare i socialisti democratici. I comunisti si odiano ferocemente sin dalla fondazione. Rimanendo all’Italia, basti ricordare i veleni, le campagne di fango e l’odio nei confronti del vero fondatore del PCI, Bordiga, per non dire della demonizzazione di un intellettuale come Tasca. Gramsci, detenuto nel carcere fascista, ricevette insulti, minacce, aggressioni anche fisiche. Lo chiamavano trozkista, all’epoca l’epiteto peggiore possibile. Lo stesso Terracini, mentre era confinato, fu espulso dal partito per non aver accolto con entusiasmo il patto Molotov-Ribbentrop. Stessa sorte per Camilla Ravera. Il tempo passa, ma il livore interno permane. Adesso, la regola del fratricidio rosso colpisce Zingaretti.