Antonio Scurati, il romanziere che vuole insegnare la storia agli italiani, specializzandosi sulla vita di Mussolini, chiamato con disprezzo M, non manca mai di stupire e di fare indignare. Nella sua furia iconoclasta demonizza anche la pagina eroica di El Alamein quando l’Esercito italiano con il suo eroismo superò sè stesso.

Io a 14 anni volli andare a visitare l’immenso sacrario di soldati caduti in battaglia costruito da Paolo Caccia Dominioni che combattè nel deserto africano.

Andò a renderere omaggio a quei caduti anche il presidente Carlo Azeglio Ciampi. Attorno ai caduti della Folgore c’era una accusa di fascismo volta a sminuirne il valore. Ciampi volle andare al sacrario per far superare la faziosità  e i pregiudizi di troppi che hanno vilipeso quei soldati “a cui mancò la fortuna, non il valore”, come e’ scritto sulla lapide che si puo’leggere ancora oggi nel deserto africano.

Io a 14 anni rimasi colpito da quel silenzio e quel sole  nel deserto che fu l’unico omaggio della natura a dei  soldati a cui tutti devono rendere degli onori adeguati. Adesso Scurati offende anche i morti come fecero nel biennio rosso 1919-1920 i socialisti massimalisti. Il Biennio rosso generò  e favorì il fascismo come reazione alla violenza cieca dei  rivoluzionari di carta pesta. Gente come lui non è degna di scrivere di pagine storiche in cui il coraggio dei soldati italiani rifulse.

Nessuno ha il diritto di offendere i nostri soldati della guerra perduta. Le offese  verso i Caduti sono atti di viltà. Io renderei omaggio anche ai ragazzi di Bir El Gobi, ai soldati del Duca d’Aosta, ai Carabinieri eroici di Culqualber. Essi forse sono miracolosamente  salvi dal livore di Scurati perché  lo scrittore ignora quegli eroi.