Fino al 25 febbraio 2025, il Setificio di Caraglio ospita una straordinaria esposizione dedicata a Robert Doisneau, il grande fotografo francese che ha raccontato con uno sguardo empatico la vita e il lavoro delle persone. La rassegna, curata da Gabriel Bauret e promossa da Fondazione Artea, Atelier Robert Doisneau e il Comune di Caraglio, propone una selezione di circa cento opere che raccontano la sua carriera, dai primi scatti agli iconici momenti di vita quotidiana.
IL FILATOIO ROSSO DI CARAGLIO
Il Filatoio di Caraglio, monumento storico di archeologia industriale, è il luogo perfetto per questa mostra. La sua storia, che affonda le radici nel Settecento quando il Piemonte era il cuore della produzione della seta in Europa, si intreccia con la stessa attenzione di Doisneau verso il lavoro e la vita umile. La sua indagine delle fabbriche, dei laboratori tessili e della vita nelle periferie, in particolare quella parigina, è il cuore pulsante di questa esposizione.
RACCONTARE IL LAVORO IN FABBRICA
Doisneau, negli anni Trenta, documentò il duro lavoro degli operai tessili di Aubusson e dei laboratori di arazzi a Parigi con uno sguardo che, pur tecnico, non perde mai di vista l’umanità. Le sue fotografie evocano il dialogo tra il passato industriale di Caraglio e la fatica quotidiana degli artigiani di un’epoca che sembrava lontanissima, ma che attraverso l’obiettivo di Doisneau diventa immortale e piena di poesia.
L’ATTENZIONE ALLA VITA QUOTIDIANA
Accanto al tema del lavoro, la mostra esplora l’interesse di Doisneau per la vita quotidiana delle periferie. Cresciuto nella banlieue parigina di Montrouge, il fotografo ha immortalato la vitalità e la spensieratezza dei bambini che giocano, l’intimità delle persone nei bistrot, e la bellezza di una vita semplice e piena di energia. La sua capacità di catturare momenti di vita ordinaria con un sguardo fresco e ironico ne ha fatto uno dei più amati fotografi del Novecento.
TALENTO E PREPARAZIONE
Formatosi all’École Estienne di Chantilly e impegnato anche durante la Resistenza Francese, Doisneau ha lavorato per importanti testate come Vogue e ha fondato una propria agenzia fotografica. Sebbene il bianco e nero fosse la sua cifra stilistica, negli anni Settanta si adattò al colore per un reportage sui ricchi di Palm Springs, dimostrando la sua straordinaria capacità di evolversi pur rimanendo fedele alla sua visione artistica.
LA STRADA COME PALCOSCENICO
Le sue fotografie, che sembrano catturate all’improvviso, sono in realtà frutto di una meticolosa preparazione. Doisneau amava “pescare attimi” e spesso organizzava set fotografici improvvisati per immortalare frammenti di vita. La sua celebre foto “Le Baiser de l’Hôtel de Ville” del 1950, che ritrae un bacio rubato in una Parigi frenetica, è emblematica del suo talento nel cogliere l’essenza della vita con una leggerezza che nasconde una profonda riflessione sociale.
Alla sua morte nel 1994, Doisneau ha lasciato un’eredità di oltre quarantamila negativi, testimonianze di un’epoca e di una realtà che, grazie al suo obiettivo, continuano a parlarci di vita, di lavoro e di umanità.
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