Sembrava immortale eppure anche lui se n’è andato in questa calda estate. Cosa dire di Pietro Angela che non sia già stato detto o scritto? Era conosciutissimo, stimatissimo, amato, una figura autorevole ed importante pur nella sua semplicità. Nessuno in Italia ha saputo fare divulgazione scientifica, soprattutto televisiva, come ha fatto lui attraverso le trasmissioni “ Quark- viaggi nel mondo della scienza” dal 1981 al 1989 e SuperQuark iniziata nel 1995 fino ad oggi. Proprio sulla pagina FB di SuperQuark ha voluto inviare il suo messaggio postumo di accettazione della morte consapevole che “anche la natura ha i suoi ritmi”, testimoniando un grande amore per la vita. Diceva che voleva conoscere il mondo e la natura umana e ha passato la sua esistenza lavorando a questo scopo, riuscendo a scegliere e a coinvolgere nei suoi progetti scienziati, tecnici, storici, artisti e molte validissime persone che hanno collaborato con lui per tanti anni. Univa alla capacità di cogliere gli aspetti più sconosciuti ed interessanti della vita e della realtà che ci circonda quella di riuscire ad indagare ed approfondire tali aspetti organizzando in modo appropriato uno stuolo di collaboratori con un impegno assiduo nel lavoro anche in tarda età. Me lo vedo davanti sempre con il sorriso sulle labbra e gli occhi scintillanti di curiosità. Veramente un grande divulgatore: mai saccente, si esprimeva in modo chiaro con parole semplici ma sempre attento all’esattezza dei concetti e alla loro verifica come richiede il metodo scientifico. Proprio a questo proposito uno dei suoi obiettivi è stato quello di mettere un freno al dilagare delle idee pseudoscientifiche che compaiono su giornali, su televisione e oggigiorno hanno grande diffusione sul Web. La sua battaglia in questo campo la iniziò nel 1989 con la fondazione del Cicap, una organizzazione nata per promuovere un’indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri, della magia, al fine di smontare false credenze, teorie complottistiche, truffe, leggende urbane. Ha proseguito in questi ultimi anni evidenziando le teorie negazioniste soprattutto nei confronti dei vaccini per il Covid, sempre cercando di persuadere, mai di aggredire. “La battaglia per la razionalità è sempre stata minoritaria ma vale la pena combatterla” scriveva Angela. Un’altra grande passione della sua vita fin da giovane è stata la musica e in particolare la musica jazz. In un’intervista su “La Repubblica” del 2013 un giornalista gli chiede: “Ma l’emotività quando scatta?” Piero Angela risponde: “Per me scatta soprattutto quando mi siedo al pianoforte. Il jazz non è esecuzione ma composizione. E si manifesta in una creatività più spinta che se suonassi Beethoven o Lizt”. Ricordo di averlo sentito suonare parecchi anni fa in un concerto jazz rappresentato al teatro Alfieri di Asti insieme a Paolo Conte. Rimasi stupefatta dalla sua bravura al pianoforte e ammirata per quella capacità di impegnarsi in modo creativo in più discipline, dalla fisica alla biologia, dalla medicina alla geologia, dalla storia alla sociologia, dalla pittura alla musica, la cultura nella sua interezza. Sembra che addirittura uno dei suoi rimpianti fosse quello di non aver proseguito a suonare il piano in modo professionale: più di così non poteva fare. E infine un altro elemento che caratterizza il personaggio Angela è stato il suo appoggio a chi si impegna per la libertà, contro soprusi di ogni genere. Ma si è sempre tenuto lontano dal mondo politico che pure molte volte aveva cercato di coinvolgerlo. A questo proposito ricordo di averlo visto a Torino all’inaugurazione della Galleria intitolata a Enzo Tortora. Era una grigia giornata di settembre del 2015, era stata organizzata dal centro Pannunzio una cerimonia in piazza Solferino. Si era messo a piovere e poche persone rimasero a partecipare all’evento. C’erano il direttore del centro, prof. Pierfranco Quaglieni, alcune autorità cittadine e c’era Piero Angela. Era venuto per commemorare l’amico Enzo che nel 1983 era stato arrestato con l’accusa ingiusta di associazione camorristica e traffico di droga. Angela aveva sempre sostenuto l’innocenza, poi provata, di Tortora al contrario di tanti altri. Il partito radicale in quel periodo cercò invano di invitarlo a candidarsi alle lezioni europee. “Io faccio un altro mestiere….faccio politica in un altro modo” rispose senza esitazione. Concludo manifestando un desiderio e una speranza che penso tutti noi abbiamo: non solo il suo bravissimo figlio Alberto ma molti altri devono poter seguire il suo esempio e intraprendere la difficile strada di divulgatore scientifico in modo altrettanto appassionato e coinvolgente. C’è n’è un grande bisogno!