Giovedì 5 settembre, alle 18.30, ha preso vita il quinto appuntamento con “Opera Viva. Il Manifesto”, progetto artistico curato da Alessandro Bulgini, in piazza Bottesini, a Torino. Il quinto appuntamento è con l’opera “What are those – Borders Series” dell’artista Cocis Ferrari.

Passeggiare per le strade di Barriera di Milano e trovarsi davanti a un’immagine che faccia riflettere. Quest’anno il tema della decima edizione di “Opera Viva, Barriera di Milano. Il Manifesto”, il progetto sul pre-esiste di Alessandro Bulgini è dedicato al camoufflage. Si tratta di uno spazio urbano di sei metri per tre in piazza Bottesini, che diventa un manifesto di pubblico dissenso nascosto in piena vista. Il quinto appuntamento è previsto il 5 settembre  con l’Opera  “What are those – Borders Series” dell’artista Cocis Ferrari.

Il bosco è il topos dell’altrove, la selva oscura dell’Inferno dantesco, funesta e pericolosa, simbolo di smarrimento interiore. È la foresta in cui l’Orlando Furioso, accecato d’amore, perde il senno. Un labirinto minacciato da bestie feroci, briganti e malfattori, un teatro di grandi passioni e folli amori, come quello di Tristano e Isotta. È presente anche il bosco fiabesco dei fratelli Grimm, un luogo carnivoro dove i bambini vengono tentati dal lupo, dall’orco e dalla strega. Anche se popolato da creature malvage e inquietanti, il bosco può essere un rifugio, un luogo di riscatto e salvezza, e l’ingresso in esso segna un rito di passaggio e iniziazione. Quello di Cocis Ferrari appare in effetti un invito a varcare la soglia, ad addentrarsi nell’ignoto e ad allontanarvisi, affascinante e repulsivo come il bosco. Il camoufflage dell’artista è parte di una serie fotografica sulla natura particolarmente evocativa: Borders indica in italiano i confini, i margini e la frontiera, una parola difficile da interpretare se estrapolata dal suo contesto che si presta a molteplici letture. Ed è proprio questo l’intento dell’artista: quello di evocare l’ambiente e non di rappresentarlo, decontestualizzare lo spazio, affinché esso diventi qualsiasi luogo. Il titolo contiene un interrogativo diretto allo spettatore: “What are those?”, cosa ha davanti a sé? I confini tracciati da Cocis Ferrari non sono il risultato di geometrie particolari o linee rette che aiutino a orientarsi, piuttosto lo sguardo si posa sui margini, sugli appigli invisibili, su un vuoto fitto di verde misterioso, di ombre, fiori e frutti. Può essere rifugio, tana e nascondiglio da cosa e da chi ? La vista non è più un senso ma uno strumento per sentire, quella divisione tra qui e lì che desta curiosità e lascia esitanti sulla soglia, è la chiave d’accesso a un’altra dimensione. Nel paesaggio urbano dominato da segnaletiche e da un continuo via vai di mezzi e passanti, talvolta distratti, appare un’immagine di natura incontaminata. Il bosco diventa un interlocutore che trascende la sua natura vegetativa e si trasforma in uno spazio mentale da esplorare nei minimi dettagli. Quel gioco ambivalente di vuoti e di pieni, di luci e ombre, di ingresso e uscita, invitano l’osservatore all’introspezione, ad allenare lo sguardo per cogliere quei confini immaginifici e concreti che danno titolo all’opera.

Cocis Ferrari nasce a Genova nel 1985, è laureato in Grafic Design all’Accademia di Belle Arti di Genova. Nel 2017 viene selezionato per la Biennale Giovani di Monza con l’esposizione nel serrone della Villa Reale. Nel 2021 è presente a The Others, prima con la galleria Paola Sosio Contemporary di Milano, e nel 2023 con Bi – Box Art Space di Biella.