Pensare autonomamente non è sempre facile, rimedi considerati universali sono spesso dietro l’ angolo, gli “influencer” sono quasi degli oracoli, autorità infallibili che somministrano suggerimenti sicuri e affidabili, siamo inoltre un po’ tutti circondati da “tuttologi”, conoscenti, amici o parenti, che di frequente dispensano ricette “magiche” per la risoluzione di problemi di diversa natura farcite molte volte di giudizi. Agire in autogestione, utilizzare il pensiero critico e uscire da schemi e standard che ci pervengono dall’esterno, a volte in maniera invadente, non è una attività che ci concediamo spesso. Liberare il nostro cervello e metterlo al servizio della nostra esistenza utilizzando le sue potenzialità, le sue esperienze e la sua capacità di valutazione è un processo che subisce interferenze da parte di varie entità ipoteticamente, ma sarebbe più giusto dire espressamente, istituite per influenzare il nostro pensiero e il suo conseguente operato. Certamente noi tutti abbiamo bisogno di supporto, di consigli e indicazioni soprattutto se le tematiche sono di tipo medico, se riguardano il nostro benessere e perché no talvolta anche per questioni superflue e non essenziali. Per tutto ciò che richiede assistenza specifica o tecnica sono legittimamente a disposizione esperti, professionisti, consulenti e specialisti, ma affidarci non vuol dire rinunciare al nostro prezioso pensiero critico, prendere decisioni in autonomia o praticare l’autodeterminazione, sarebbe opportuno dunque esercitarci a pensare in libertà, speculare in maniera indipendente utilizzando tutte le nostre facoltà, il nostro vissuto e le nostre conoscenze. Simonetta Tassinari, esperta di psicologia relazionale e docente di storia e filosofia, nel libro “Il filosofo influencer”, edito da Feltrinelli, ci spiega come togliersi i paraocchi e pensare con la propria testa, suggerisce come riprendere le redini del proprio pensiero e ridimensionare l’influenza di quelle che consideriamo “autorità”. Secondo l’autrice è necessario ritrovare il pensiero critico frenato da numerosi e disorientanti condizionamenti esterni, è indispensabile fare valutazioni utilizzando mezzi propri frutto di esperienze, vissuto, cognizione e capacità. Come lo fa? Rivalutando le scuole filosofiche dell’antica Grecia, attraverso teorie ed esercizi riadattati in chiave attuale, proponendo riflessioni dei pensatori di ogni epoca, “maestri per l’umanità intera”. Dare ascolto ai propri dubbi, coltivare originalità e indipendenza attraverso l’utilizzo del nostro personale pensiero è un antidoto alla tendenza attuale ad affidarsi totalmente, o quasi, ad informazioni, considerazioni e visioni appartenenti troppo spesso alle vite degli altri. E’ essenziale vivere la propria vita, unica ed imperfetta, e ridare spazio alla singolarità delle nostre esperienze attraverso la costruzione e l’utilizzo del pensiero critico.
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