Ferzan Ozpetek ci regala, con Nuovo Olimpo, una delicata riflessione sull’amore sospeso e sui ricordi che attraversano il tempo.

Questo film ci invita a uno sguardo profondo, a metà tra nostalgia e dolcezza, in un racconto che il regista stesso ha definito parzialmente autobiografico.

Mentre film come <<Le fate ignoranti>> o <<La finestra di fronte>> esplorano l’intreccio di vite altrui e la coralità di esperienze collettive, in Nuovo Olimpo€ Ozpetek si mette a nudo con un pudore che mai prima d’ora aveva caratterizzato le sue opere, raccontando una storia d’intimità assoluta, narrata con delicatezza e quasi sussurrata. 

La sensazione è quella di trovarsi di fronte a una porta socchiusa: Ozpetek la apre appena, quel tanto che basta per farci intravedere un frammento del suo passato, illuminato da una luce soffusa.

Ozpetek ha scelto di riportare alla luce emozioni custodite con la stessa attenzione con cui si trattano gli oggetti fragili. E in questo suo delicato raccontare, intuiamo la forte esigenza di narrare una storia d’amore mai davvero vissuta fino in fondo, ma che ha continuato a persistere nel cuore.

L’amore tra Enea, studente di cinema, e Pietro, studente di medicina, nasce nel 1978, in un periodo in cui l’omosessualità è ancora relegata ai margini. Il loro incontro, avvolto dalla riservatezza delle sale del cinema Nuovo Olimpo, è custodito dall’affettuosa cassiera Titti, che sa comprendere la purezza di un sentimento nascosto.

Questo amore “non consumato” sarà segnato dal destino e si interromperà prematuramente, ma proprio la mancanza e l’assenza gli conferiranno un valore inossidabile.

Dopo quarant’anni, i due uomini si incontrano di nuovo, ormai maturi, e capiscono che questo sentimento è rimasto intatto. In Nuovo Olimpo, Ozpetek sceglie di raccontarci una storia personale e universale, che rende ancora più intima una narrazione sospesa e pudica. Non ci sono dettagli superflui o contestualizzazioni che distolgano l’attenzione: tutto è sfumato, essenziale, per mantenere intatta la poesia del racconto.

La pellicola è ambientata a Roma, con i suoi scorci affascinanti, ma la capitale diventa solo lo sfondo di una vicenda che potrebbe appartenere a ognuno di noi. Chi non ha mai vissuto un amore sospeso, deviato dagli eventi o dagli intrecci del destino? La storia di Enea e Pietro parla proprio di questo, della nostalgia per ciò che non è stato e dell’inevitabile domanda su come sarebbe potuto essere.

L’interpretazione degli attori è straordinaria: Luisa Ranieri incarna alla perfezione Titti, madre protettiva di questi amori nascosti, Damiano Gavino e Andrea di Luigi restituiscono con intensità l’amore tra Enea e Pietro, mentre Greta Scarano interpreta la moglie di Pietro con profonda sensibilità.

La colonna sonora, impreziosita dalla voce di Mina, amplifica la dolcezza del film, lasciando che la poesia di Nuovo Olimpo ci accompagni anche dopo i titoli di coda.

Nuovo Olimpo è un dono di Ozpetek, una storia intima e sospesa nel tempo, raccontata con la grazia di chi ha saputo farne una confessione e, forse, un dolce addio a ciò che è stato.