Si può essere d’accordo sul fatto che la presidente del Consiglio Meloni abbia a volte atteggiamenti discutibili, ma il plotone di esecuzione allestito da Floris contro di lei, appare davvero esagerato e fuori da ogni logica giornalistica in cui il prescritto confronto diventa un monologo a senso unico. Meloni non ha studiato abbastanza, le sue condizioni famigliari non glielo hanno consentito e la precoce passione politica non le ha permesso di farsi una cultura più approfondita. Tra lei e Almirante c’è un abisso. Anche Mussolini aveva un diploma magistrale, come un diploma di istituto professionale è il titolo di studio di Meloni. Oggi una laurea non è neppure sufficiente, occorrono i master e i dottorati di ricerca. Ma la nostra classe politica odierna non è fatta di professori, se pensiamo che Crosetto, dopo aver vantato una laurea inesistente si è dovuto limitare con dubbio gusto a scrivere che “ha studiato economia“, il che non significa nulla di nulla.
Ma molti super titolati di precedenti governi da Monti a Draghi non sono riusciti a dimostrare che la loro superiorità accademica si potesse tradurre in superiorità politica. Hanno anche loro commesso errori gravi. Soprattutto Monti è stato un politico devastante. Quindi neppure la cultura è sufficiente. Mussolini, dotato di qualità innate, che aveva già dimostrato come direttore dell’”Avanti“, era piuttosto rozzo. Una sua amante, la raffinata e colta Margherita Sarfatti ebbe un ruolo che la ruspante Rachele non avrebbe mai potuto esercitare su di lui. Riuscì a dare a Mussolini una presentabilità (a partire dagli ambienti di corte) che gli mancava totalmente. Non poté dargli la cultura necessaria ma è tutto da dimostrare che la cultura faccia il buon politico. Cavour e De Gasperi ne trassero vantaggio, altri no.
Ma Floris ha esagerato perché una trasmissione unanime nel demolire una donna che ha vinto le elezioni, va contro le regole più elementari del giornalismo. A difendere la Meloni c’era il solo Italo Bocchino, spesso interrotto e impedito di parlare. Sembrava una nuova macchina da guerra assai poco gioiosa pronta a decapitate la presidente con una virulenza giacobina sconcertante. Non mi piacciono della Meloni i suoi modi da borgatara, preferisco De Gasperi e persino Craxi, non posso apprezzare Moro che si perdeva in discorsi chilometrici per non dire nulla con un’astuzia levantina che solo il rapimento e la morte ci hanno portati a dimenticare. I sistemi di Floris non appartengono alla democrazia e alle regole televisive. La sola idea di cadere nelle grinfie dei suoi amici armati di falci, martelli e forconi, mi fa venire i brividi. Ha avuto come effetto di farmi rivalutare la Meloni anche se su Lollobrigida restano dei dubbi… Quando si esagera nel demolire, si ottengono risultati opposti da quelli voluti. I colti ospiti di Floris, almeno Augias, forse non le arroganti giovani che strepitano alla sua corte, conosce l’hegeliana eterogenesi dei fini. Ieri l’hanno raggiunta. abbondantemente e nel modo peggiore.