Dopo il libro dei due figli gemelli di Luigi Firpo, che solo chi scrive e radio Radicale hanno recensito, pensavo che la Fondazione Firpo avesse subito un corpo mortale. Il discredito su  Firpo gettato dal malevolo libro dei due figli pubblicato da Aragno, ipotizzavo che travolgesse le Fondazione che vive, di fatto, di soldi pubblici ed ha sede alla Biblioteca Nazionale dopo lo sfratto dal palazzo d’Azeglio, dove resta la Fondazione Luigi Einaudi. Credo  sia l’unico caso in cui una istituzione pubblica come la Biblioteca Nazionale  ospiti un ente privato come quello intitolato a Firpo  sorretto persino per la realizzazione del sito dalla Fondazione San Paolo,  da Città di Torino e Regione Piemonte che non hanno mosso un dito dopo l’uscita del libro che getta ombre sinistre sul professore a cui è intitolato. Tra l’altro si tratta di una Fondazione riconosciuta solo dalla Regione Piemonte. Ho scoperto, curiosando su Facebook ,che la Fondazione è in piena attività ed ha retto al colpo, anche se le cariche che appaiono sul sito sono datate al 2016 e lo stesso sito non appare  debitamente aggiornato. Mi ha colpito una delle prossime attività concentrata sull’ omosessualità di Fra’ Paolo Sarpi, il grande storico veneziano del Concilio di Trento, la cui opera venne subito messa all’Indice. Sarpi è stato un grande uomo controcorrente in un Seicento dominato dall’ oscurantismo della Controriforma. Al di la del libro di  Paolo Fraiese che indaga sulla sua omosessualità, credo che i temi dominanti di Sarpi siano ben altri, soprattutto in una Venezia a suo modo laica e libertina. Non so cosa ne penserebbe Firpo che fu solo un erudito e non un vero studioso delle dottrine politiche. L’erudito Firpo sarebbe stato sicuramente interessato al tema, ma non credo che  la sua omosessualità sia un tema dominante. Mi sembra al contrario un argomento marginale rispetto ad un grande ed eroico frate perseguitato ma sempre coraggioso e coerente della laicità in tempi in cui essa era di là da venire. Ricordo  però che una volta a cena Firpo ironizzò pesantemente sugli omosessuali e su Pezzana. In fondo era un uomo all’antica che sarebbe inorridito di fronte all’idea di un museo dell’omosessualità .