Quasi sempre l’architettura e l’urbanistica spiegano, in modo inequivocabile e plastico, la Storia, anche se rimossa a fini strumentali. Senza entrare troppo nei dettagli stilistici, le influenze meno marcate di epoche od addirittura l’assenza di un periodo, denotano l’importanza o meno di uno Stato o di una Regione, in un particolare periodo. Ad esempio a Torino l’unico monumento rinascimentale è il Duomo, progettato da Meo del Caprino nel 1491, quando la città non aveva ancora un ruolo culturale e politico, era prevalentemente un luogo di transito, non a caso con un buon numero di ricoveri e taverne ma nessun edificio residenziale o pubblico di pregio come in altri Comuni italiani. Anche lo stesso Duomo, consta di un’architettura rinascimentale appena accennata, modesta se confrontata con quella senese o fiorentina. Il suo fulgore e magnificenza avviene molti anni dopo, attraverso lo Stile barocco interpretato dal Guarini, quando i Savoia e Torino assursero ad un ruolo importante, prima Capitale del Ducato poi Città Capitale. Tornando ad epoche più recenti, l’architettura o meglio la sua assenza viceversa, raccontano a volte verità mai dette nella storiografia… Due giorni fa ero a Recco, un’anomalia nella Riviera di Ponente, nessun analogia con le altre realtà come Camogli, Sori, Santa Margherita, Rapallo, Portofino, Chiavari, Levanto, Sestri e tutti i paesi rivieraschi, dotati di caratteristiche architettoniche che tutti conosciamo, le case dipinte al massimo di 3 piani, il trompe d’oeil per architravi, mensole, cornici, le persiane verdi e pavimentazioni con ciottoli a mo’ di mosaico. Recco, pur dotata di un mare fantastico, è viceversa un agglomerato di edifici informi degli anni 50, 60, 70 in alcuni casi proseguito sino ai giorni nostri. Della vecchia Recco non c’è memoria, perché la cittadina fu pesantemente bombardata nel 1943 e 1944, ben 28 volte dagli anglo- americani, che viceversa non intervennero e non infierirono sui Comuni confinanti. Le vittime tra i civili furono 140, oltre un numero impressionante di mutilati ed invalidi. Le ragioni di questo accanimento, un disegno preciso, furono il tentativo di minare il viadotto Genova Roma ma anche di punire il cosiddetto”terzo fascio”, così era definita la cittadina ligure. Per un caso fortuito si salvò la famiglia Carbone, quella che fondò la celebre trattoria della altrettanto celebre e squisita “focaccia della Manuelina”, in quanto l’allarme antiaereo suonò per tempo e si salvarono, nonostante il capofamiglia stesse facendo il bagno e prendendo il primo indumento a portata di mano, la vestaglia della moglie, scappò con i bambini mentre la casa gli stava crollando addosso. Questo episodio raccontatomi pochi giorni fa da un erede, mi ha confermato su quante verità vengano nascoste ma anche in questo caso come l’architettura o meglio la non architettura, le sveli.
Articoli recenti
Categorie
Archivio
- Dicembre 2024
- Novembre 2024
- Ottobre 2024
- Settembre 2024
- Agosto 2024
- Luglio 2024
- Giugno 2024
- Maggio 2024
- Aprile 2024
- Marzo 2024
- Febbraio 2024
- Gennaio 2024
- Dicembre 2023
- Novembre 2023
- Ottobre 2023
- Settembre 2023
- Agosto 2023
- Luglio 2023
- Giugno 2023
- Maggio 2023
- Aprile 2023
- Marzo 2023
- Febbraio 2023
- Gennaio 2023
- Dicembre 2022
- Novembre 2022
- Ottobre 2022
- Settembre 2022
- Agosto 2022
- Luglio 2022
- Giugno 2022
- Maggio 2022
- Aprile 2022
- Marzo 2022
- Febbraio 2022
- Gennaio 2022
- Dicembre 2021
- Novembre 2021
- Ottobre 2021
- Settembre 2021
- Agosto 2021
- Luglio 2021
- Giugno 2021
- Maggio 2021
- Aprile 2021
- Marzo 2021
- Febbraio 2021
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Novembre 2020
- Ottobre 2020
- Settembre 2020
- Agosto 2020
- Luglio 2020
- Giugno 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Gennaio 2020
Contatti
Centro Pannunzio
Associazione culturale libera fondata a Torino nel 1968
Via Maria Vittoria, 35 H
10123 Torino (TO)
Tel 011 8123023
redazione@pannunziomagazine.it
www.centropannunzio.it