Fino al 12 gennaio 2025 sarà visitabile alla Triennale di Milano la mostra dedicata a Gae Aulenti, dal titolo “Gae Aulenti 1927-2012”, che rende testimonianza del percorso professionale della “Gae”, come era nota e tutti chiamavano una delle donne più affermate nel campo dell’architettura. Si tratta della prima mostra monografica sugli oltre sessant’anni di carriera del grande architetto e designer, realizzata in collaborazione con l’archivio Gae Aulenti, curata da Giovanni Agosti con Nina Artioli, la nipote, direttrice dell’archivio Gae Aulenti, e Nina Bassoli, curatrice per Architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale.
La mostra, il cui progetto di allestimento è stato realizzato dallo studio Tspoon, conduce all’interno della vita e dell’opera dell’architetta, ricostruendo in grandezza 1 a 1 i frammenti dei lavori della progettista.
L’esposizione ha scelto alcuni dei 700 progetti che testimoniano un’attività ampia e poliedrica, comprendente architetture, interiore pubblici e privati, scenografie e design. Questi esempi sono accompagnati da un denso percorso di documenti che mettono in luce il suo modo di progettare.
“Era necessario un certo distacco nell’immaginare una mostra di Gae Aulenti che non fosse solo di architettura- spiega la nipote Nina Artioli, illustrando il percorso di cui è stata parte attiva con il curatore Giovanni Agosti, storico dell’arte – Occorreva un curatore capace di mettere a fuoco lei nella sua interezza, indipendente, scomoda, sempre discussa”.
I progetti scelti sono come altrettante scenografie, di cui probabilmente la più ampia è il salotto di casa Brion, presso San Michele di Pagana, villa della famiglia di omonimi industriali. Per Gae Aulenti era fondamentale il concetto di relazione con i clienti che poi diventavano amici e la relazione con lo spazio, sempre dinamico”.
L’architetta intendeva l’ambiente domestico un luogo intimo, introspettivo, un poco inquietante, che doveva essere in grado di stimolare alla riflessione e al confronto con se stessi. Nella ricostruzione del salotto Brion gli oggetti sono gli stessi di allora. Si coglie l’enorme importanza data allo spazio, il rapporto visivo creato con l’ambiente, i pilastri che lo delimitano e l’apertura sul giardino. Insomma la scenografia. Gae Aulenti ha sempre avuto un rapporto privilegiato con le scenografie tanto da realizzarne alcune per Luca Ronconi, che conobbe in occasione delle Baccanti. Con la regia di Luca Ronconi Gae Aulenti realizzò le scene di Elektra, tratta da Richard Strauss.
Tra le sue imprese più significative la vittoria, da italiana, al concorso per gli interni del Museo d’Orsay di Parigi, che è stato qui ricostruito con un corridoio passeggiata.
Tra allestimenti di mostre e musei, case private e showroom, stazioni di metropolitana e scene di teatro, il visitatore attraversa una sequenza di ambienti che si incastrano uno nell’altro, restituendo il senso di una vita fatta di costanza e fedeltà.
Si tratta di un viaggio affascinante che prende avvio dagli anni Sessanta con la ricostruzione dell’”Arrivo al mare”, omaggio all’opera di Picasso “Deux Femmes courant sur la plage” che si era visto in Triennale e premiato nel 1964. Ricordiamo l’aeroporto di Perugia, terminato nel 2011, dipinto nel rosso amato dalla progettista. E alla Triennale rimane legato il nome di Gae Aulenti , in quanto si tratta dell’istituzione che, più di ogni altra, ne ha accompagnato la lunga vicenda espressiva, dagli inizi della sua carriera, negli anni Cinquanta del Novecento, alla consegna, il 16 ottobre 2012, della Medaglia d’Oro alla Carriera per il contributo fornito all’architettura italiana.
“Che Milano – spiega il presidente di Triennale Milano, Stefano Boeri – dopo averle intitolato una nuova piazza, la prima piazza “alta” nella piana della Lombardia dedichi a Gae Aulenti una grande retrospettiva negli spazi della galleria da lei magistralmente progettata negli anni Novanta, rappresenta la conferma di un debito di riconoscenza che la cultura italiana ed europea hanno verso la loro protagonista”.
Mara Martellotta