Nell’ultima raccolta di Haiku scritti da Lorena Paris “La luce è dell’Inverno, pubblicata da Edizioni Archeoares, il tempo poetico si sofferma sul periodo più intimo della nostra vita, il momento della sosta, dell’introspezione. La relazione tra stagione e condizione psichica diventa profonda e si arricchisce di significati che prediligono l’analisi interiore.
Lorena Paris percorre solitaria i profondi solchi del silenzio dei suoi ricordi, delle sue sensazioni, servendosi anche dagli scatti della fotografa Simona Sbrilli, su scorci di Viterbo, ma non è una scelta di solitudine bensì di purificazione dagli inutili orpelli dell’esistenza per sollevare il velo dalla bellezza nascosta nelle suggestioni e nei luoghi.
La Paris non inventa, ascolta, non sottrae, restituisce, in sintonia con la natura e con il tempo. Scava nel vento con una folle caparbietà per stanare un alito di poesia e, d’improvviso, un granello di sole, impavido, le schizza negli occhi mostrandole un nuovo colore, essenze di verità. Non a caso, si suole personificare l’inverno con Saturno e, a volte, con Ade: divinità sotterranee custodi di profonde ricchezze tenute ben nascoste, semi preziosi che germoglieranno nel freddo del ripiegamento in sé stessi. Nell’inverno del cuore, in quell’istante di raccoglimento, la poesia si fa granulo di luce che illumina l’infinito, le parole diventano essenziali.
Lorena Paris, autrice raffinata, ancora una volta sceglie l’Haiku, il componimento poetico più breve ed evocativo, dove ciò che è più importante è il “non detto”, per addensare nelle parole l’eco vagante del turbamento e del pensiero.
Profondamente innamorata del linguaggio la poetessa abita misteriosamente nelle parole, come l’anima dentro il corpo, le serve, le prende in prestito e poi le riconsegna fertili. Poche sono le distrazioni, assenti i colori, elusivi gli odori; nei suoi versi troviamo solo geometrie essenziali e la quiete dell’animo.
Secondo il filosofo e saggista Leonardo Vittorio Arena, la composizione di un haiku richiede un vero e proprio processo filosofico che parte da un evento casuale ma privato del il poeta, il quale lo elabora lentamente finché non raggiunge quella illuminazione che gli darà la giusta consapevolezza, la forma perfetta e un significato più profondo di quanto vissuto. Ne scaturisce una poesia che ha la capacità di raggiungere gli strati più inconsci del nostro essere, di suscitare in noi emozioni potenti e catartiche in una frazione di tempo infinitesimale.
Anche gli Haiku di Lorena Paris hanno una risonanza profonda che permane e che feconda inevitabilmente la nostra essenza: “il vento è calmo – ho vissuto mille anni in una sera”. Ogni vocabolo scelto è un respiro dell’anima che, combinandosi variamente, crea un’armonia indefinita. Ogni metafora naturale cattura i segreti di una corrispondenza misteriosa con il principio di un universo immaginifico e sacro della quale poeta e lettore sono partecipi all’unisono: “ritorno a casa, la luna non si vede ma io la seguo”. È un viaggio dentro e fuori di noi, da un punto all’altro dell’indicibile, su un filo che non esiste.