Ancora una sparatoria e una strage in una scuola americana. Ancora i triti e contriti commenti delle autorità locali e federali e le semplicistiche analisi volte ad attribuirne la responsabilità all’azione delle lobbies dei fabbricanti d’armi sui governi degli Stati Uniti (di entrambi gli schieramenti), i quali sarebbero così debitori verso tali lobbies da non imporre mai alcuna restrizione alla diffusione abnorme delle armi tra la popolazione civile. Forse è vero (e allora c’è da chiedersi che razza di democrazia è quella oltre oceano), ma certamente è parziale e semplicistico. E’ evidente infatti che se la vendita delle armi è libera, ci deve essere però qualcuno, anzi tanti, che le comprano. Si sente ripetere che questo è il retaggio della cultura americana, la tradizione del West, dell’individualismo, della mancanza dello Stato nella corsa all’Ovest. Sarà, ma l’assurda diffusione pro-capite delle armi negli States è in realtà significativamente cresciuta secondo le statistiche negli ultimi due/tre decenni. Quindi niente West, è l’America di oggi a essere chiamata in causa, e i suoi modelli vogliamo dire ‘culturali’ (ma in realtà forse espressione di un’assoluta mancanza di basi culturali). E allora è difficile non andare a chiedere conto ai media di questa deriva violenta della società americana e, a ben vedere, di gran parte del pianeta. I film, gli spettacoli, i videogiochi, nei quali si spara dall’inizio alla fine e si espongono più morti ammazzati che frasi compiute. La presentazione continua e martellante di questo modello di società e di vita privata, quasi fosse normale e formativo. Presentate come forme di intrattenimento se non d’arte, a ben vedere trattasi spesso di oscenità espressive volte a colpire allo stomaco lo spettatore, che andrebbero censurate e non, come invece avviene, somministrate in dosi massicce anche ai bambini in orario preserale … Di fronte a questi modelli proposti con l’autorevolezza della tv, come possono reagire gli sprovveduti ragazzini e adolescenti americani? Appunto la legge del saloon: chi spara per primo ha ragione. Questo il modello culturale dell’Occidente? Il riferimento democratico? La guida politica del mondo? Gli americani sono passati in meno di cento anni dal dominio delle praterie all’egemonia sul pianeta, con quali risultati è difficile dire. Una enorme crescita tecnologica, forse senza un corrispondente sviluppo culturale e del senso di responsabilità. Troppo semplice pensare che tutti i problemi si risolvano con il ricorso alle armi, nel profondo sud texano come nelle relazioni internazionali, nelle strategie politiche internazionali come nell’individuale percorso di vita. L’epopea del West ha generato il sogno americano. Gli indiani il nemico, il winchester come fratello. Ma era un altro mondo e la successiva trasposizione cinematografica era dichiaratamente finzione scenica, una sorta di fumetto animato. Si sapeva che il mondo reale era un’altra cosa, un po’ più complessa, che non bastavano pistole, stellette e dollari bucati. Oggi invece cinema, tv, giornali, videogiochi, social media, diffondono a livello planetario solo martellanti promozioni della paura e della violenza, davanti alle quali, in assenza di qualsivoglia risposta razionale, il ricorso anche privato alle armi viene presentato come normalità.
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