[Kalòs kai agathòs, in greco “Il bello e il buono”, è una rubrica di Simone Tempia che, ogni settimana, propone sul Magazine del centro Pannunzio uno stimolo culturale proveniente dalla rete, gratuito e immediatamente fruibile, selezionato secondo criteri stringenti di qualità artistica e culturale.]
La favola nera è un genere tristemente dimenticato. D’altro canto, in un’epoca di catalogazioni spesso coatte (sempre coercitive e mai funzionali), l’idea di un testo di narrativa che sappia corteggiare tanto il fantastico quanto l’oscuro, che si aggiri nei territori nebbiosi dell’inquietudine senza mai sconfinare nel terrore, che dipinga la paura come una prevaricazione inglobante dello straordinario sull’ordinario, è chiaramente una piacevole provocazione rivoluzionaria. La favola nera, infatti, mal si adatta a questi tempi di manicheismi estremi: niente al suo interno regala il sollievo del conflitto dicotomico. In Italia, nello specifico, le favole nere sono tradizione tanto antica quanto ormai accantonata e ripresa solamente, di tanto in tanto, dagli sbuffi citazionisti della boutique buzzatiana. E dire che questo genere letterario che oggi viene definito con l’anglicismo “Weird”, ma che un tempo era semplicemente il “gotico europeo”, vede in Italia alcuni tra i suoi massimi rappresentanti con nomi quali il già citato Buzzati, la straordinaria Chiara Palazzolo, alcune opere di Piero Chiara, Tommaso Landolfi o, più recentemente, Francesco D’Erminio in arte Ratigher. È quindi con estremo sollievo, quello di vedere sentieri che tornano a essere percorsi e, così, divengono visibili e praticabili, che si deve accogliere un progetto come la raccolta di racconti in formato digitale L’Anno del Fuoco Segreto, edita sulle pagine di Nazione Indiana per curatela di Edoardo Rialti e Dario Valentini. Di questa raccolta portiamo all’attenzione uno di questi racconti, Il camicino da morto scritto da Loredana Lipperini autrice del felice La notte si avvicina (edito da Bompiani) che potremmo definire una gemma tra le più fruttifere della reviviscenza del gotico. Il racconto è un condensato di atmosfere intorpidite, in cui il costante binomio tra trascendente e immanente, tra spirito e corpo, tra superno e terreno fa avanzare una narrazione lieve e gelida come un rivolo di condensa invernale lungo la colonna vertebrale. Buona lettura.
(Si ringrazia per la collaborazione il critico Riccardo Conti e la scrittrice Carolina Capria)
Il racconto (immagine di Francesco D’Isa):
https://www.nazioneindiana.com/2021/05/14/lanno-del-fuoco-segreto/