Un confronto a più voci, autorevolissime, sui temi dell’“Intelligenza artificiale 5.0” si è svolto il 16 febbraio, presso il Senato della Repubblica (Palazzo Madama), grazie all’Associazione Nazionale Donne Elettrici (ANDE), guidata da Marisa Fagà che, fin da subito, rimarca la necessità di gestire l’IA con spirito etico al fine di non perdere la nostra umanità. «L’IA è già tra noi e spesso non ce ne accorgiamo, dobbiamo perciò prepararci per questo nuovo mondo. Viviamo un momento difficile: è la stagione delle inquietudini, delle guerre, della crisi economica, della crisi climatica, della crisi del multilateralismo… e oggi siamo qui da tutta Italia per essere illuminate» ravvisa la Presidente nazionale nel presentare un evento di alta formazione e ricordare la missione dell’Ande, nata nel 1946, quando le donne ottennero la possibilità di votare alle elezioni, per incentivarle e renderle sempre più consapevoli e protagoniste.
«Il tema dell’IA non è sì o no, ma quando e come – ha esordito il senatore Pier Ferdinando Casini ad apertura dei lavori – perché il cambiamento è ineluttabile. La rete dà opportunità ma anche rischi equivalenti. In Senato stiamo aprendo ‘cantieri’ per cercare di capire, analizzare e tutelare il cittadino: ci sono pericoli, ma soprattutto potenzialità importanti».
Moderato da Emilia Garito, il convegno ha fornito molti elementi di riflessione su argomenti che sono anche esistenziali: «Qual è la linea invisibile che ci fa capire quando è il momento di intervenire affinché questo strumento non ci sfugga di mano?» si chiede, spiegando altresì il significato di 5.0, che risale alla professoressa giapponese Yuko Harayama e si focalizza sulle persone e sull’ambiente, sulla qualità della vita e la sostenibilità, con il supporto delle tecnologie 4.0. «Intelligenza artificiale 5.0 significa mettere l’uomo al centro», cercando di bilanciare lo sviluppo economico con la risoluzione dei problemi socio-ambientali, in cui le tecnologie vengono usate non solo per profitto, ma per migliorare la qualità della vita di ogni cittadino.
Centrale e rilevante l’intervento di Padre Paolo Benanti, presidente della commissione AI per l’informazione, rappresentante italiano nel Comitato AI dell’ONU, consigliere di Papa Francesco sui temi dell’IA e dell’etica della tecnologia che, tra l’altro, si interroga sul senso dell’innovazione che stiamo portando a termine. «La tecnologia non è solo qualcosa che aumenta un processo, ma ha effetto anche sulle relazioi di quel contesto sociale». D’altronde le nuove forme di tecnologia non servono solo a soddisfare bisogni ma anche a provocare cambiamenti. Tra le varie domande, ci si chiede se esista una via italiana dell’IA, che possa tutelarci da possibili rischi, creando un’interfaccia fra uomo e macchina che risulti positiva per l’essere umano.
All’etica della tecnologia – strumento al servizio dell’uomo – accennano quasi tutti i relatori, anche perché, per esempio, una decisione sbagliata presa in maniera autonoma e in tempo reale da un robot potrebbe danneggiare l’umanità. L’etica ha un grande peso in questo ‘viaggio’ che, dobbiamo averne consapevolezza, è inarrestabile. «Siamo sempre più affascinati dalla capacità di questa interazione uomo-macchina, nella speranza di capire come questa trasformerà la nostra vita quotidiana, il mondo del lavoro o gli scenari sociali e politici di un futuro, in realtà, già arrivato».
L’IA non è ncessariamente sostitutiva dell’uomo bensì uno strumento migliore di accelerazione delle nostre capacità di cui possiamo mantenere la genitorialità e guardare oltre l’efficienza dell’algoritmo. La tecnologia va, però, inquadrata, indirizzata, guidata, gestita e la regolamentazione deve correre parallela allo sviluppo tecnologico.
Ma come stiamo gestendo la sfida dell’intelligenza artificiale? Quali implicazioni ha e avrà nella nostra vita questa rivoluzione tecnologica? Sta influenzando la democrazia o sta creando altre forme di manipolazione e di controllo? In che modo sta modellando i nostri comprtamenti e le nostre interazioni sociali? Chi prende le decisioni? Chi deve garantire per noi? Alle domande che hanno tracciato il file rouge dell’evento hanno portato notevoli contributi anche la senatrice Anna Rossomando, Adele Campagna Sorrentino, Massimo Sterpi, Patrizia Ferro, Massimo Chiriatti, Chiara Celsi, Max Lenarciak, Stefania Alfieri.
Presenti all’evento le delegazioni regionali Ande, tra le quali una rappresentanza campana con le componenti del Comitato direttivo Ande Napoli Clarissa Campodonico (presidente) e Pinarosa Cerasuolo Rocco (presidente onoraria).