Non sono mai stato un cultore di Teologia, tuttavia non ho mai nascosto la mia ammirazione per tanti uomini del mondo delle religioni, fra questi Vito Mancuso, un teologo e un uomo che io sento autentico, sempre così rispettoso del contraddittore, anche se non credente. Ancora una volta Vito Mancuso in un suo recente articolo sostiene una tesi interessante e coraggiosa, sulla quale io mi limito ad un personalissimo e poco attrezzato commento, da uomo qualunque. Consiglio dunque i lettori di leggere l’autore e il suo articolo, oggetto di questa mia riflessione, pubblicato su La Stampa qualche settimana fa. “San Paolo e gli Evangelisti Luca e Giovanni affermano che il dominatore di questo Mondo è Satana e la Storia quale emerge dal Nuovo Testamento è malvagia, … la Storia è nelle mani di potenze oscure, Gesù non voleva morire, … fu ucciso dal potere religioso e politico, subendo in ciò la medesima sorte di molti altri giusti prima di lui e dopo di lui …”. Fra altri, Matteo sostiene l’opposta teologia “la Storia è guidata e controllata interamente da Dio, lo è sia nella finalità complessiva cui essa tende sia in ogni minimo evento che vi accade”.
Nel Nuovo Testamento sono dunque leggibili due teologie alternative, fra queste “… la differenza radicale emerge … a proposito della morte di Gesù rispondendo alla domanda sul perché fu crocifisso. Egli subì la morte o la cercò? Voleva o non voleva morire? La sua morte fu una sconfitta o rappresentò al contrario la suprema vittoria?”.
Quale fra le due teologie quella autentica? “Chi tira effettivamente le fila di questo mondo: Dio o Satana? Il Bene o il Male?”. … I giusti vengono perseguitati ed eliminati … «Beati i perseguitati per la giustizia» affermava Gesù …” ma “… per la teologia che considera la Storia nelle mani di Dio che la dirige in modo giusto e amorevole configurandola come Provvidenza, il responsabile della morte di Gesù non poteva che essere colui che decide ogni destino: Dio Padre”.
Impossibile ricorrere a patenti di autenticità, tanti i passi dei vangeli che sostengono con parole dello stesso Gesù l’una o l’altra teologia. Un Dio fatto Uomo che racconta dunque due Storie diverse o comunque due letture di rapporto fra il Sacro e il Creato. In una lettura la ribellione, anche violenta a Satana, nell’altra l’accettazione del volere di Dio che tutto sa e tutto vuole, dove l’Uomo, pur divinamente dotato di libero arbitrio, interpreta sé stesso immerso nel Teatro dello scontro fra il Bene e il Male.
Con riferimento all’oggi o alla contemporaneità recente:
nel patriarca Kirill, rispetto a Putin, o in Papa Pio XI, rispetto al nazi-fascismo, troviamo l’asservimento al potere, benedicente la guerra come volere superiore attribuibile a Dio;
in Papa Francesco, che chiama l’Uomo alla ribellione in nome di Dio contro il Male, la Teologia opposta, avversa a quel potere che è mondo di Satana.
Ma Bonhoeffer ha sostenuto la funzionalità organica di questa dualità, “attraverso «resistenza e resa». A volte occorre resistere al potere, altre volte arrendersi e adattarsi. “Capire quando e come è l’opera della saggezza, il grande compito della coscienza morale. L’essenziale … è evitare le unilateralità e gli estremismi di chi, scegliendo solo un polo, condanna totalmente l’altro. Affermava il fisico danese Niels Bohr, uno dei padri della meccanica quantistica: «Ci sono due tipi di verità: le verità semplici, dove gli opposti sono chiaramente assurdi, e le verità profonde, riconoscibili dal fatto che l’opposto è a sua volta una profonda verità». La Storia è una verità profonda, anzi così profonda che nessuno ne vide e ne vedrà mai il fondo”.
Per concludere, il credente assorbe questa doppia lettura nell’atto della Fede, bella parola dotata di maiuscola, mentre nell’immaginario del non credente prevale un’altra parola per la quale non è in uso la maiuscola, lo “sgomento”, o comunque l’immensa difficoltà di leggere un unico linguaggio sul senso del vivere e sul rapporto fra Dio e il Creato.
Un Mistero meraviglioso, fra le tante meraviglie del Creato, ma Mistero principe con cui l’Umanità farà i conti fino alla fine della Storia.