Negli ultimi  anni, a Torino,  i  luoghi della Cultura, intesa come spettacolo “alto”,sono  stati valorizzati con gestioni intelligenti e lungimiranti.

Il Teatro Regio con Mathieu Jouvin ha acquisito una freschezza nuova, con rappresentazioni di opere poco conosciute come” La Juive” che ha aperto la stagione ’23/’24 ed altre piu collaudate come “Un Ballo in maschera” eccezionalmente e magistralmente diretto  da Riccardo Muti.

Anche il nostro Auditorium di via Rossini, preferisco la storica sede di via Rossini anziché il Lingotto, con la magica OSN, Orchestra Sinfonica Nazionale, vanto per la città, quest’anno con una stagione eccelsa, ha dato prova di elevato livello.

Il Teatro Stabile poi,con la presenza di Lamberto Vallarino Gancia prima ed adesso con Alessando Bianchi,  ha rappresentato il meglio della Prosa con attori di alto livello ed addirittura,  organizzando per la prima,sontuosi rinfreschi . Pertanto non si può che elogiare la gestione di queste tre Istituzioni culturali . 

Qual’è allora il problema, mi si può  chiedere? A fronte  di un programmi di rara qualità, di staff ineccepibili e cortesi, il problema è  viceversa il pubblico sciatto, a volte poco preparato, tanto da applaudire ad ogni presunta fine, ad alzarsi  quando l’opera è  appena terminata e cantanti e direttori stanno ancora ringraziando inchinandosi… ma questo vale anche per la prosa e l’orchestra sinfonica.

Trovo inoltre insopportabile poi, l’abbigliamento inadeguato da scampagnata anziché da teatro.

Nonostante l’appello di Jouvin, anche alla prima si sono  visti, accanto a uomini in smoking o semplicemente con completo scuro, settantantenni in maglione e scarponi da montagna.

Sottolineo l’età, perché viceversa i giovani dai quarantacinque anni in giù, tutti elegantemente vestiti,  sia le donne che gli uomini.

Mi si obiettera’ che a Teatro  si va per apprezzare musica e recitazione , ma è  anche un rito una messa laica che deve imporre rispetto. All’Auditorium RAI per la spettacolare esibizione del superbo violoncellista Mischa Maisky,tutti gli orchestrali in frac ma molto pubblico maschile in tenuta da alta montagna.

Penso che ognuno abbia nel guardaroba un abito decente che tira fuori dall’armadio per le occasioni,  anche se non conduce vita mondana,  ad esempio un matrimonio o una cerimonia,per cui trovo una mancanza totale di rispetto, un finto snobismo,ammesso che sappiano cosa significa snob.

 Il fascino e la bellezza di andare a teatro è  anche la preparazione, un po’ “Sabato del Villaggio” , pertanto studiarsi bene opere e testi ,potendo, andare alle bellissime presentazioni che fa ad esempio il Regio,quella con Muti è  stato uno spettacolo vero e proprio,poi la preparazione un’ora prima  con l’abito giusto.  

Così  è  sempre stato da quando è  nato il melodramma, così  avviene ancora oggi nei luoghi di antica tradizione operistica, come in Austria ed anche da  noi  occorrerebbe ripristinare un po’  di rispetto,educazione ed eleganza.