Caro direttore ,
Sono un vecchio pannunziano che ha vissuto drammaticamente la sua omosessualità, scoperta a scuola a 14 anni. La mia vita è stata molto difficile e sono stato deriso per decine di anni. Sono stato un seguace di Angelo Pezzana fondatore del Fuori e non sono contro le sguaiataggini del Pride Gay. Sono stato molto amico dello scrittore gay Giampiero Bona che visse rifiutando ogni clamore mediatico. Ovviamente sono a favore del ddl Zan e ringrazio Pannunzio Magazine di aver aperto un dibattito franco e non stereotipato. Io da pannelliano ringrazio il Pannunzio Magazine per aver offerto a tutti la possibilità di esprimersi liberamente. E’ quello che vogliamo da sempre noi gay liberal, non ideologicamente schierati. Il mio, il nostro è stato un dramma umano e non politico che abbiamo il diritto di vivere con serenità. Chi fa del laicismo strumentale perché la Chiesa protesta, è fazioso. Io sono un credente e rispetto i diritti della Chiesa che, per dirla in modo semplicistico, fa il suo mestiere. Mi addolora il passo indietro del Papa che sembrava aver capito il mondo gay. Chiedo a Zan di mettersi d’accordo sulle parti che lo dividono con gli altri partiti. I diritti degli omosessuali non sono un monopolio politico di alcuni. Anche l’ex fidanzata di Berlusconi ha una relazione con una donna ed è con noi. Le divisioni ideologiche strumentali sono da condannare, ma le discriminazioni nei confronti di noi omosessuali vanno fermate una volta per sempre. Da parte di tutti. Nel rispetto dell’articolo 21, come su questo giornale ha scritto il prof. Pier Franco Quaglieni, un maestro di laicità e di libertà da oltre mezzo secolo.
G. C.