Oggi occorrono provvedimenti immediati che si rivelerebbero già tardivi. L’economia boccheggia, il turismo affonda, i lavori pubblici sono fermi, sul Mes il governo è diviso e Conte tira a campare come faceva Andreotti, rinviando tutto a settembre.
Questi rinvii nel tentativo di sopravvivere agli scossoni della maggioranza sono esiziali all’economia, la uccidono.
Una classe politica di  imbelli con un laureato in lettere ministro dell’Economia si è rivelata non in grado di affrontare gli immensi problemi italiani dopo il Covid .
Anche con l’ Europa, che a sua volta è profondamente divisa, l’Italia non sa come comportarsi.
Siamo un paese in affanno che non è consapevole di rischiare di sparire, finendo dietro alla Grecia
E i cosiddetti intellettuali che dovrebbero avere il ruolo di denunciare i pericoli contro cui andiamo a cozzare, come scriveva Felice Balbo, tacciono. Basta sentire qualche dibattito televisivo per rendersene conto. Giornalisti di terza tacca a libro paga cercano di confondere le idee agli italiani in combutta con finti intellettuali che sono sanno o non vogliono elaborare un pensiero critico.
Permettemi  di dire che i tempi di Pannunzio e delle grandi coscienze critiche sono davvero finite. Oggi è il tempo degli ingannatori seriali o dei diffamatori sistematici alla Travaglio.
Stanno tornando i nani e le ballerine a danzare in modo macrabo sul cadavere  martoriato della  Patria italiana.
Dobbiamo impedirlo con tutte le nostre forze. Da storico e da cittadino sento il dovere di far qualcosa per salvare la Repubblica in pericolo.