In tempi di coronavirus, con i guai che ci assillano, parlare di galateo potrebbe apparire superfluo, addirittura futile, se non irriverente. Non è così, perché i comportamenti delle persone incidono sulla nostra vita quotidiana: a maggior ragione quando le difficoltà limitano i movimenti, condizionano i rapporti interpersonali, rendono difficoltosa la comunicazione. I vaccini ci consegnano un futuro meno problematico, vediamo la luce dopo mesi di disperazione, di angoscia. In molte famiglie, con la perdita di una persona cara, la malattia si è trasformata in tragedia. Eppure, nonostante i buoni propositi, le ottime intenzioni, dettate più dalla paura che dalla reale percezione del problema, soprattutto nella prima ondata della pandemia, la prudenza ha lasciato il posto alla leggerezza, la consapevolezza all’irresponsabilità, l’educazione alla sfrontatezza. I numeri sono tornati impietosi, gli ospedali rischiano nuovamente il collasso, i casi di disobbedienza aumentano, in particolare tra i giovani. Mai come in questi momenti le regole del galateo sono regole di vita. Mai come in questi momenti sono sinonimo di buon senso, il frutto dell’educazione familiare, degli insegnamenti della scuola. Indossare correttamente la mascherina, osservare le distanze, non affollare sconsideratamente i locali pubblici, quando è permesso accedervi. Evitare di rispondere in malo modo alle persone anziane, quando reclamano il rispetto delle regole. Sono le più fragili, e le più consapevoli del pericolo che corrono. Gli italiani sono capaci di grandi atti di altruismo ma lo spirito anarchico ne condiziona talvolta le reazioni. Circolare liberamente è un diritto, imporci di non farlo, per evitare che il virus si diffonda, non è un’imposizione ma un dovere civico. Il nervosismo è comprensibile, mantenere la calma una necessità. Rispondere con gentilezza, cedere il posto alle donne e alle persone anziane, evitare di alzare la voce: sono atteggiamenti sempre validi, naturali per la maggioranza delle persone, a maggior ragione da rispettare quando il pensiero è di frequente rivolto altrove e le preoccupazioni prendono il sopravvento. Dall’esempio che gli adulti sapranno dare, i nostri figli e i nostri nipoti ne trarranno un grande insegnamento. Capiranno il coraggio del sacrificio, l’importanza della (buona) educazione, lo spirito della civile convivenza, il valore della rinuncia.
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