Lo scandalo torinese di tal Salvatore  Gallo  che elargiva piaceri e faceva eleggere chi voleva, non è certo l’unico. L’affarismo in politica non è una novità, se Gaetano Salvemini accusava persino Giolitti di essere un ministro della malavita. Il voto non è mai stato un bagno di democrazia vera perché l’inquinamento personale ha sempre giocato un ruolo preciso. Era l’Italia dei notabili con Giolitti è l’Italia delle correnti clientelari oggi. Oggi, tra l’altro, viviamo in un sistema elettorale  bastardo che solo in alcuni casi prevede le preferenze  anche se i paracadutati nei collegi forse sono  l’esempio più clamoroso di scarsa democrazia. Ma i casi Gallo pongono anche una riflessione sul voto di preferenza in base al quale un signor nessuno occupa un seggio che deve ad dispensatore di piaceri, ad essere generosi,  e quindi dipende dal “benefattore“. Da tempo abbiamo imboccato la strada dell’abbandono della democrazia come si può constatare dal calo pauroso dei votanti che fa il gioco dei capi clan .La scarsa affluenza è conseguenza di una politica che non convince più ed è la condizione ottimale che consente ai vari Gallo di prosperare nell’allevare i propri polli. Va ripensato il sistema: i fascisti definirono le elezioni dell’Italia prefascista dei “ludi cartacei” in cui le schede erano una finzione. I fascisti poi dimostrarono che la stessa democrazia era una perdita di tempo e che occorreva l’uomo forte per decidere. Così, dopo il delitto Matteotti, un deputato che denunciò in Parlamento i brogli e le violenze delle elezioni dell’aprile 1924, iniziò il regime autoritario e la dittatura divenne realtà nel 1925, Sono passati cent’anni e non è possibile stabilire confronti, ma il disprezzo per la democrazia dimostrato dai vari Gallo sparsi per l’Italia è  molto pericoloso. Gli elettori  già in giugno devono tornare a votare in massa in modo libero, mandando a quel paese i mandarini del potere fondato sulle tessere. Votare in libertà e per la la tutela della libertà è la vera scelta antifascista di oggi: le elezioni sono un momento culminante della democrazia e non dei ”ludi cartacei“ decisi dai capicorrente di ogni partito che sovente sono manovratori ignoranti e incapaci di qualsivoglia pensiero politico. Questo è un altro paradosso: i peggiori decidono chi far eleggere, lasciando i migliori al palo come il professor Salizzoni  e tanti altri. Se si ascoltano gli interventi di certi consiglieri, quando decidono di non limitarsi ad alzare il dito in aula, c’è da rimanere imbarazzati per loro: lo stile Furnari- Alabiso – due consiglieri anni  70 -ha fatto scuola. Anche la Dc venne presa d’assalto dalle clientele  come il PSI e tanti altri. Tanti anni fa fui consigliere comunale per cinque anni e vidi degli eletti che non presero mai la parola in aula. Oggi il loro numero è assai aumentato. Bisogna reagire con fermezza assoluta a tutela del nostro futuro democratico, della res publica minacciata. Esisteva in passato l’Ande, associazione delle donne elettrici. Oggi occorrerebbe una sorta di sindacato degli elettori che desse indicazioni di  voto in base ai curricula dei candidati ,lasciando gli impresentabili alle cure dei ras, a cui va imputato ,a mio parere, soprattutto il  gravissimo reato di vilipendere la democrazia, il bene più prezioso da difendere insieme a quello della libertà. I veri fascisti oggi sono loro.

>