Sono l’italobullo di sinistra, diplomato picchiatore militante, intra moenia e pure fuori. Sono solito prendere le ferie, non per rilassarmi e socializzare, ma per massacrare a testate e tortorate il prossimo… non mio. Con la mazza percuoto a sangue tutti quelli che non la pensano come me. Talvolta, nella furia assesto bastonate anche ai passanti apolitici, ma è un problema loro, di cotali girandoloni, mica mio.
Mio maestro è il memorabile partigiano che uccideva i fascisti suoi prigionieri, squartandoli a colpi di vanga. Ora, per aver picchiato di brutto e un po’ a casaccio, ma senza la pala antifascista del comunista Giovanni Rocca, mi trovo in galera in un Paese straniero e strano. Qui sono particolari al punto da esser accusati dalla Ue di voler preservare il territorio dalla marea islamica. Paese singolare, dove comunismo, anarchismo, fasciocomunismo antisemita, bullismo, sfascismo, eco-imbecillismo, erbavoglismo totale non sono diritti costituzionalmente garantiti.
Qui, in luogo del multiKulturalismo barbarico, vige la vecchia, cara cultura con la “c”. Qui, tra gli ugrofinnici, chi rompe, paga. Qui, chi assalta, sputacchia e ferisce i poliziotti non riceve solidarietà e pubblici encomi dalle Istituzioni.
Qui, i giudici ubriaconi e tossicomani vengono addirittura licenziati a calci nel culo, mentre i professori non vanno a scuola dai loro peggiori studenti, prendendo diligentemente appunti sul da farsi dai proclami deliranti dei somarelli in collettivo.
Qui, i genitori non si fanno ri-educare dai figli, tenendosi ben stretto l’impegno educativo.
Qui, i cristiani adorano Cristo, non Maometto.
Qui, gli ebrei difendono Israele, non Hamas.
Qui, nelle braccia della Madonna c’è il Cristo morente per salvare l’umanità, non un immigrato vivo, nudo e vegeto, salvatore con tutti i mezzi solo di se stesso e dissanguatore di quanti pagano le tasse.
Questo Paese è così brutale che caccia nell’arco di 24 ore chi occupa abusivamente l’appartamento o spedisce sotto i ponti il furbetto che evita di pagare l’affitto.
Codesto Stato, mancando i giudici del lavoro, pardon, del non-lavoro, è così spietato che licenzia chi timbra il cartellino e se ne va a puttane, al bar, al mercato. Addirittura vengono carcerati gli addetti al trasporto bagagli degli aeroporti beccati a rubare nelle valigie loro affidate. E una volta scarcerati non c’è possibilità che un giudice del “lavoro che stanca e rende simili alla bestia” li faccia riassumere.
Insomma, ho paura di codesto terrificante habitat, dove la linea retta non cede al ghirigoro, i diritti non precedono e non annullano i doveri, dove dura lex, sed lex, invece della nostra дурак (durak) lex.
Qui si premia chi rispetta gli altri e la libertà di pensiero.
Mi consola soltanto la certezza che sarò salvato, soccorso e sostenuto dalle Istituzione del Bel Paese al contrario, ineluttabilmente teso verso l’insano gesto politico, culturale, morale.
Mi aspetto, perciò, dai compagni di pagnotta dura senza paura una candidatura alle europee, mentre non dubito che dal Quirinale mi giungano presto vive testimonianze di solidarietà.
Presto, sarò pure beatificato per aver tanto… armato (“sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato”, Luca 7,44-47). e menato.
Giancarlo Lehner