È stata prorogata sino al 15 settembre a Palazzo Chiablese-Torino, una Mostra eccezionale per ricchezza di opere e importanza dell’Artista, Francesco Barbieri detto il Guercino da Cento-Ferrara. Mi sono recata solo in questi giorni, perché impegnata poi anche perché Guercino ce l’ho nel sangue, avendolo “frequentato”, visto e rivisto, sin da bambina per via delle mie origini emiliane, da parte materna, proprio di quelle parti.
Non sono rimasta delusa perché la opere sono tantissime, persino troppe,100, e quasi ammassate nelle stanze non ampissime della Sala Chiablese. Superato l’effetto “horror vacui”, ci si trova a tu per tu con capolavori emozionanti che sprigionano emilianità pura, calore, colore, passione sentimento. Guercino cresciuto nelle botteghe di quell’enclave di ricchezza e cultura che era costituito dal triangolo Ferrara, Bologna, Modena, con dinastie illuminate e Prelati di larghe vedute, ottenne anche i favori dell’Arcivescovo della città felsinea Alessandro Ludovisi.
Le tante opere presenti nella Mostra che, anche chi non è particolarmente esperto, visivamente ricorda, specie quelle con soggetto sacro, per la diffusione e riproduzione di Natività, provengono da circa 40 collezioni di Musei, pubblici e privati, Chiese e case anche dall’estero.
Molte sono state portate dalla Pinacoteca di Cento, che subì dei danni durante il disastroso terremoto del 2012, che ebbe come epicentro il Comune di Finale Emilia, la cui Torre dell’orologio, divenne il simbolo ovunque, di questa tragedia. Anche Finale Emilia, il paese di mia nonna, ha un Guercino recentemente restaurato, Il “Lorenzo in adorazione”, trasportato in Duomo anziché nella Chiesa originaria del Seminario. La Mostra di Torino, organizzata da Villaggio Globale International e Coopculture, si colloca come forse la più importante in città per i motivi anzidetti e il grande prestigio internazionale del pittore emiliano che riesce, a distanza di diversi secoli, ad emozionare e sorprendere.