Nessuno è profeta in patria. Non lo fu Riccardo Gualino, che lasciò Biella, la città che gli diede i natali il 25 Marzo 1879, dopo gli studi liceali e costruì altrove le sue alterne fortune. A Torino, soprattutto, dove fu protagonista della vita economica e culturale della capitale sabauda fino all’arresto – nel 1930 – e l’invio al confino (a Lipari e a Cava dei Tirreni), per la sua opposizione alla politica economica del Fascismo, e successivamente a Parigi, per un breve periodo, e poi a Roma. Morirà a Arcetri (Firenze), al Giullarino, la villa delle vacanze, il 7 Giugno 1964. Le sue spoglie, e quelle della moglie Cesarina Gurgo Salice, sono custodite nella tomba di famiglia, al cimitero monumentale di Oropa. A Biella lo ricordano una piazza e una targa sulla facciata della casa dove trascorse l’infanzia, decimo di dodici figli, parzialmente demolita per l’apertura di una strada. Un carteggio con Guido Maggiorino Gatti (intellettuale, musicista e direttore dello Scribe, il Teatro di Torino) è stato acquisito, grazie all’Assessorato alla Cultura e al contributo di un privato, dalla locale Biblioteca Civica. Gualino mantenne sempre ottimi rapporti con fratelli e nipoti ma le sue erano solo visite sporadiche e in città non fece mai ritorno. La sua collezione, data in garanzia alla Banca d’Italia, con la quale aveva contratto un grosso debito, venne destinata, per impegni presi con lo stesso finanziere, alla Galleria Sabauda: dal Dicembre 2014 si trova nella Manica Nuova di Palazzo Reale. A dire il vero, la città aveva tutto l’interesse a dimenticarlo. Non lo amavano i banchieri Sella, che avevano finanziato, in perdita, alcune iniziative del Gualino nell’industria del legname. Non lo amavano gli industriali per la sua avversione a Mussolini: nelle foto d’epoca molti di loro appaiono in camicia nera e alcuni erano stati insigniti di titoli nobiliari. I suoi concittadini, in fondo, non lo conoscevano se non attraverso le vicende giudiziarie che lo avevano coinvolto. A risvegliarne la memoria fu, nel 2007, Pier Francesco Gasparetto, docente universitario, giornalista e scrittore, pubblicando per l’editore Aragno “Sogni e Soldi”, un libro che ripercorre la vita del Nostro attraverso documenti inediti e la testimonianza della nipote Angiola Coda Gualino. Chi scrive, tiene vivo il ricordo con alcuni articoli, sul bisettimanale Eco di Biella, e recensendo le ultime pubblicazioni sulla figura dell’illustre concittadino: “Il grande Gualino”, di Giorgio Caponetti; “Mio nonno Riccardo”, scritto dal nipote Riccardo Jr. e “Confessioni di un sognatore” (uscito postumo per espressa volontà del Gualino), editi entrambi dalla libreria Marini di Roma. Chi volesse approfondire la complessa personalità e il ruolo svolto dal Gualino nel campo dell’economia, della finanza e della cultura italiana ed europea, dagli anni Venti e Trenta del Novecento all’immediato dopoguerra, non può prescindere dall’imperdibile catalogo della mostra allestita alle Sale Chiablese dei Musei Reali (7 Giugno-3 Novembre 2019): “I mondi di Riccardo Gualino Collezionista e Imprenditore” (Allemandi ed.), a cura di Annamaria Bava e Giorgina Bertolino.
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