Il primo febbraio ha avuto inizio l’anno della tigre. Si tratta del terzo anno del calendario lunare cinese ed è associato ad uno dei 5 elementi: l’acqua.  L’anno dovrebbe, secondo l’oroscopo cinese, assumere le caratteristiche del maestoso felino: forza, coraggio e impulsività.  Dopo un anno, caratterizzato dalle restrizioni sui settori accusati di essere preda della speculazione (finanziario ed immobiliare in testa) o in chiaro contrasto con la politica della “prosperità comune” (che mira ad un riequilibrio nella distribuzione della ricchezza), obiettivo dichiarato della presidenza di Xi Jinping, la tigre cinese sta ora ritornando a puntare sulla forza della propria economia.  La politica di “tolleranza zero” (con massicci “lock down”) nei confronti della pandemia ha contribuito a raffreddare la crescita del gigante asiatico (autentica tigre in gabbia) negli ultimi trimestri.  Il governo cinese ha dovuto fare di necessità virtù in quanto una crescita incontrollata dei casi di Covid19 sarebbe stato ingestibile, specialmente nelle vaste aree rurali, poco attrezzate per poterla affrontare in modo efficacie. A questo si sono aggiunti i giochi olimpici, inaugurati il 4 febbraio, che imponevano l’assoluta sicurezza e la riduzione del pesantissimo (specie d’inverno) inquinamento di Pechino (con la chiusura temporanea dei vicini impianti siderurgici) per evitare danni di immagine. La chiusura degli impianti di produzione energetica più inquinanti l’anno scorso aveva contribuito al rallentamento dell’economia cinese con una forte contrazione dei settori più “energivori” del cemento, acciaio ed altri metalli di base.  Ora sta decisamente prevalendo il pragmatismo ed anche l’obiettivo della riduzione delle emissioni inquinanti è stato spostato dal 2025 al 2030 per il settore dell’acciaio. Dal 20 febbraio, con la fine dei giochi, la macchina produttiva dovrebbe rapidamente mettersi in moto e così nei prossimi trimestri la crescita. Un ulteriore aiuto arriverà dalla spesa pubblica che tornerà a supportare i grandi investimenti in infrastrutture (a cominciare dalle linee ferroviarie ad alta velocità). L’elevatissimo livello di popolazione vaccinata (pari all’88%) consentirà riaperture accelerate e la tigre potrebbe così tornare a ruggire con forza. Per consentire una solida ripartenza ed un solido corso al futuro del gigante asiatico sarà anche fondamentale fronteggiare la crisi demografica del prossimo decennio. La piramide demografica cinese è destinata ad assomigliare sempre di più ad un cilindro, a causa della diminuzione della popolazione giovanile (frutto della proibizione ad avere più di un figlio), e questo potrebbe condurre a tensioni sociali difficili da gestire. Proprio in questa prospettiva, il Comitato Centrale del Partito ha pubblicato negli scorsi giorni le linee guida per i giovani cinesi dove viene sottolineato che “trattandosi degli anni chiave per la formazione dei valori, occorre promuovere il sentimento di amore nei confronti del partito e lo spirito di servizio del proprio Paese”. Nel documento si legge anche che “i social media devono diffondere energia positiva e che occorre guidare i giovani a navigare internet in un modo rispettoso e promuovendo la purificazione del cyber-spazio (il dominio caratterizzato dall’uso dell’elettronica e dello spettro elettromagnetico per immagazzinare, modificare e scambiare informazioni attraverso le reti informatiche, ndr).” Certamente non si può accusare l’ex Celeste Impero di non pianificare il proprio futuro per poterne preservare la sua stabilità (e quella del partito al governo)… Rimane inoltre ferma la linea adottata nei confronti del “capitalismo” attraverso un sempre maggiore controllo e supervisione dei mercati e l’identificazione dei settori dove limitare gli investimenti privati (ne ha fatto le spese l’anno scorso la tecnologia e le scuole private). L’intenzione non è certo quella di eliminare il fiorente mondo delle imprese private ma piuttosto di risintonizzarle sulle frequenze e sugli obiettivi dettati dal governo (la “prosperità comune”…). Ma oltre che alla politica interna la leadership cinese è intenta a tessere la propria tela anche sul fronte internazionale, utilizzando l’appuntamento olimpico per stringere ancora di più i rapporti con la Russia (da sempre vista più come un avversario che come un potenziale alleato). Xi Jinping ha incontrato Vladimir Putin nei giorni scorsi, in occasione dell’apertura dei giochi olimpici invernali, ed i due ne hanno approfittato per ribadire l’importanza di un asse sino-russo che si oppone “alle ingerenze delle forze esterne che mettono a rischio la sovranità degli Stati e fomentano le rivoluzioni.” Al di là della retorica, Mosca e Pechino mostrano sempre più a chiare lettere la loro insofferenza nei confronti dell’ordine mondiale, rappresentato dagli Stati Uniti ed espresso dalla Nato, e la volontà di rappresentarne una valida alternativa. Siamo nell’anno della tigre: forte, coraggiosa ed impulsiva; occorrerà perciò fissarne, senza farsi troppo spaventare, gli occhi ma anche evitare di compiere, a proprio rischio e pericolo, dei movimenti bruschi.  Cavalcare la tigre è facile, difficile è scendere (Proverbio cinese).