Alex Zanardi è un grande italiano oltre che uno sportivo eccezionale. E’ uomo che non si è mai arreso di fronte al dolore e alle prove a cui è stato costretto ad assoggettarsi.
In una società in cui i valori sono calpestati ed ignorati e tutto si riduce ad un relativismo etico che umilia le coscienze, Zanardi ci ha indicato la via del sacrificio e di valori etici decisivi.
Questa in cui viviamo – secondo il laico Valerio Zanone – non è una società laica, ma una società profana senza valori.
E ‘ una società in cui il televisore o l’automobile sono i  riferimenti a cui guardare. Lo si è visto durante la pandemia, quando molti pensavano non tanto a riflettere sul valore della vita e sulla morte che poteva incombere , ma sui ristoranti che dovevano disertare.
E’ stato impedito persino
di confessarsi o andare in chiesa a pregare singolarmente , quasi privandoci di un diritto sancito dalla Costituzione che è un modello di laicità.
Zanardi non so se sia credente o no, certo ci offre un orizzonte di vita in cui il sacrificio e il  dolore sono valori dirimenti.
Simile a lui, in tutt’altro ambito, io ho conosciuto solo
Il grande invalido della Grande Guerra in cui perse la vista e le mani Carlo
Delcroix che già dopo Caporetto andò a parlare con la  sua eloquenza vibrante ed  eccezionale, mostrando i moncherini e invitando alla resistenza sul Piave . Dopo la guerra divenne l’indomito cantore dell’eroismo dei soldati  della storia patria.  Ricordo di averlo sentito, già anziano, a Torino in piazza San Carlo nel 1963. Il mio compagno di ginnasio  Minoli, il
 futuro giornalista, mi disse che essere rimasto ammirato di questo cieco che cantava la luce degli ideali più alti.  In molti in quella piazza si commossero fino alle lacrime ascoltando la sua parola alata. In televisione stasera c’è stato chi ha paragonato Zanardi a Delcroix. Mi ha fatto piacere sentire che il nome dell’eroe di guerra non sia stato dimenticato. Nel nuovo secolo Zanardi è la forza  della volontà e del coraggio e del
piu autentico civismo.