Trovo formulata, sul Magazine, la domanda se esiste un’alternativa alla destra, e lo scritto mi ispira una riflessione ed un’altra domanda che considero altrettanto importante. Esiste una sinistra alternativa a questa sinistra? Offro la mia risposta: sì, l’alternativa esiste, come idea, e si chiama socialdemocrazia. Ma ha problemi. Nel bagaglio ideologico della sinistra, la socialdemocrazia è quanto vedo di più nobile. Può avere delle debolezze che hanno generato il suo declino in questo momento storico nell’ “Occidente Cristiano”. Un declino che condivide con l’Occidente stesso. E però resta un’idea che ha generato molti esempi di società equa e tollerante.

La ragione per la quale in Italia – a differenza degli altri paesi europei – l’alternativa non esiste di fatto è molto semplice: dopo decenni di egemonia ideologica del comunismo, “socialdemocrazia” è diventata una parola impronunciabile: una parolaccia. Non altrimenti poteva dosporre chi era cresciuto spiritualmente alla Scuola delle Frattocchie, e aveva assimilato i testi sacri del leninismo compresa la letteratura contro “il rinnegato Kautsky” ed i “socialtraditori”. A resuscitare la socialdemocrazia da noi ci ha provato Craxi, ed ha fatto la fine che sappiamo.

Ammazzata la socialdemocrazia, la sinistra nella sua bisaccia non ha trovato di meglio che il matrimonio col cattolicesimo più “moderno”, ed una evoluzione in “sinistra ZTL”. Proletariato, addio.  Abbandonate bandiere rosse e battaglie sindacali, ha adottato bandiere arcobaleno e battaglie LGBT. La destra ex berlusconiana non sarà gran che, ma me la tengo fin quando non ricevo un’offerta migliore.