Il 25 settembre 2022 si vota per l’elezione dei componenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Si andrà a votare con il “Rosatellum”, una legge elettorale oggetto di diverse critiche. Una legge che presenta un combinato tra il sistema maggioritario (37% dei seggi) e il sistema proporzionale (per la parte dunque preponderante). Ed è anche la volta in cui si andrà a votare dopo la modifica costituzionale del taglio dei Parlamentari, che porterà i parlamentari ad essere ridotti a 400 alla Camera e 200 al Senato. Il Rosatellum è oggetto di diverse critiche anche per il fatto che non consente il cosiddetto “voto disgiunto”: l’elettore non potrà quindi votare contemporaneamente per un candidato di un collegio e, nel proporzionale, per una lista a lui non collegata. Dunque si tratta di elezioni importanti ma sulle quali ritengo che il cittadino non abbia abbastanza “leve” su cui incidere. Penso che sia il momento di Riforme Istituzionali profonde se si vuole dare una “sterzata” rispetto ad una situazione oggettivamente non esente da rischi sulla tenuta dell’ordine democratico. Ma il nuovo Parlamento sarà in grado di farlo? Sarà in grado di porre questa sfida di rinnovamento? Vedo dunque due temi importanti. Il primo è la sfida di rafforzamento delle garanzie costituzionali dopo la riduzione del numero dei parlamentari. La situazione attuale espone a rischi soprattutto in ordine ad un Senato composto da soli 200 membri, sempre più legati alle Segreterie dei Partiti da un lato e dall’altro potenziale oggetto di pressioni e condizionamenti esterni più forti. Per esemplificare: una sola camera da 600 membri è cosa ben diversa rispetto ad una Camera da 400 membri e l’altra di soli 200. Inoltre da federalista europeo mi chiedo se questa situazione non potrebbe essere ottimale per rilanciare sull’assetto federale europeo in modo da cedere sovranità su quelle materie (si pensi alla Difesa, alle politiche energetiche, all’Economia) che potrebbero essere gestite con più efficacia ed efficienza a livello federale. Il secondo tema è la legge elettorale. Ma qui il tema è molto vasto e meriterebbe essere trattato a parte. Occorre comunque che i cittadini abbiano la possibilità di tornare protagonisti nello scegliere i propri rappresentanti. Continuo a ritenere che il sistema più efficace sia il sistema Uninominale, meglio se a turno unico. I vantaggi su maggiore indipendenza degli eletti, trasparenza e governabilità sarebbero tangibili. Su questo e su altro andrebbe riaperto un grande dibattito nel Paese, chiuso in malo modo dopo le stagioni referendarie che più volte avevano indicato una linea ben precisa da parte dei cittadini.
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