Edoardo Calleri di Sala (Saluzzo 1927, Torino 2002) fu insieme a Carlo Donat Cattin uno dei leader più autorevoli della Democrazia Cristiana in Piemonte. Fu il primo presidente della Regione che la tenne a battesimo nella sua fase costituente insieme a personaggi destinati a ruoli nazionali come Adalberto Minucci, Nerio Nesi, Valerio Zanone. Fu uno dei capi della corrente dorotea insieme a Rumor, Piccoli, Bisaglia. La sua lunga carriera politica  lo portò a presiedere la Cassa di Risparmio di Torino e l’Italcasse il cui scandalo troncò la sua carriera politica, malgrado avesse avuto un’ assoluzione tardiva .Forza Italia gli negò‘ incredibilmente un collegio senatoriale. E’ cominciata un’opera di rivalutazione di Calleri iniziata attraverso un convegno alla Fondazione “ Carlo Donat Cattin “( avversario storico di Calleri che sarebbe giunto sicuramente anche lui  ad essere ministro ) e culminata in un convegno  a molte voci a Bene Vagienna in  provincia di Cuneo che dedico ‘già una mostra fotografica a Calleri a vent’anni dalla sua morte. Appartenne ad una famiglia importante del vecchio Piemonte: il padre fu ammiraglio e la mamma nasceva Cacherano di Bricherasio, la famiglia di uno dei fondatori della Fiat, estromesso dal senatore Agnelli. Aveva fatto il sindaco di Bricherasio per dieci anni e poi era stato eletto sindaco di Moncalieri ,per diventare nel 1964  presidente della CRT per un lungo periodo. Era laureato in medicina, laurea conseguita dopo il suo impegno partigiano per rimpiazzare un fratello ucciso dai tedeschi . Era stato  anche imprenditore in proprio in aziende del Pinerolese. Era un piemontese che sapeva guardare lontano. Voleva un Piemonte collegato con l’ Europa e con il resto d’Italia come Giuseppe Grosso, il professore che fu presidente della Provincia e sindaco di Torino . Realizzo ‘ l’autostrada Torino-Pinerolo che i suoi oppositori ritennero incredibilmente, nell’enfasi polemica del momento, motivata dal fatto di ridurre i tempi per giungere il “feudo” di Bricherasio. L’idea dell’autostrada nacque invece per collegarla ad un traforo con la Francia mai realizzato dopo di lui. A Moncalieri come  sindaco e assessore all’urbanistica (di cui era diventato un grande esperto in grado di discutere con affermati architetti comunisti) volle un secondo ponte sul Po destinato a normalizzare gli accessi in città anche rispetto alla tangenziale e l’accesso alle  nuove autostrade. Era un uomo senza retorica che sapeva leggere e praticare il Vangelo senza mai dimenticare il realismo di Machiavelli. A volte nelle pause dei defatiganti consigli comunali dei primi anni ’70 ebbi modo di parlargli di questi temi e vidi in lui  una visione laica della politica, propria di un  autentico cattolico liberale. Era un realista che pensava alla soluzione dei problemi con competenza. Oggi Calleri torna ad essere oggetto di interesse ,andando oltre le polemiche del  tempo in cui l’odio politico prevaleva .Un’idea e un esempio per il Piemonte futuro?