Le ideologie novecentesche sono morte da un pezzo e solo frange di nostalgici si ostinano ad aggrapparsi ai loro cadaveri. Anche gli ideologismi della II Repubblica sembrano in via di superamento con il nuovo governo di Mario Draghi che ha fatto il miracolo di portare al governo forze con connotazioni politiche opposte . Ciò è sicuramente dovuto alla crisi drammatica in cui ci troviamo e che il Governo Conte bis si è rivelato del tutto incapace di affrontare sia sotto il profilo della pandemia che della crisi economica. Non è detto che Draghi regga all’urto dei problemi e delle contraddizioni interne ai partiti che lo sorreggono. La costituzione di intergruppi può minare il Governo, ma rivela anche la fragilità dei partiti ormai da tempo privi di leader capaci di una strategia adeguata. Per altri versi, la crisi del Movimento 5 stelle che è letteralmente esploso, indicherebbe che proprio nel partito che riteneva la sinistra e la destra morte, quella distinzione ha massacrato il gregge grillino proprio nel momento in cui le larghe intese farebbero pensare al superamento di certi steccati insormontabili. Anche certe dicotomie come Europa si – Europa no sembrano essersi dissolte. Il guardare le cose in termini europei da parte di una larghissima maggioranza può facilitare la soluzione dei problemi, anche se l’Europa degli egoismi nazionali non è certo morta. Il Governo Draghi, se riuscirà nei suoi intenti, contribuirà a svecchiare la politica italiana, incapace di adeguarsi ai tempi. Occorrono nuovi schieramenti che nascano dalla scomposizione e ricomposizione di quelli vecchi. Il Pd, ad esempio, si è rivelato un fallimento, essendo rimasto un coacervo di personalismi senz’anima, incapace di esprimere una classe dirigente adeguata. L’idea di miscelare insieme ex comunisti ed ex democristiani è fallita, rivelandosi, come venne definita, una fusione a freddo . Lo schieramento di centro- destra, così come è oggi, si rivela, pur essendo maggioritario, assolutamente non in grado di assumere il governo del Paese. I tre partiti hanno dei limiti molto vistosi. Solo un rimescolamento può determinare conseguenze positive e il fatto che il centro – destra si sia diviso di fronte al Governo Draghi fa pensare ad un’aggregazione a cui manca l’omogeneità’ necessaria. Nel corso della II Repubblica troppi hanno pensato che politica e cultura fossero del tutto indipendenti e che la politica potesse far a meno dell’apporto di quelli che nella I Repubblica venivano chiamati intellettuali. Sia chiaro, molti intellettuali di allora si rivelarono inadeguati, ideologici e servili in particolare verso la sinistra. Ma la presenza di un dibattito di idee aveva comunque degli effetti fecondi sulla politica. Nella II Repubblica l’ignoranza è stata premiata e la mediocrità è prevalsa. Oggi con Draghi arrivano i professori che non sono la replica di quelli del Governo Monti che ha provocato immensi disastri con la scusa di salvare l’Italia.
Credo e spero che siano molto diversi questi professori. Quello che rimane del vecchiume ideologico è entrato in crisi , il recupero del rapporto tra politica e cultura appare avviato. Quel rapporto era l’idea madre sulla quale nacque “il Mondo“ fondato nel 1949 da Mario Pannunzio. Allora c’erano Croce, Einaudi e Salvemini. Oggi i livelli sono molto al di sotto, ma sicuramente rappresentano la competenza rispetto all’improvvisazione e alla demagogia. Lasciateci sperare in un futuro migliore che oggi si identifica con la salvezza d’Italia. Sentire un presidente del Consiglio che cita Cavour e parla di amore per l’Italia fa ben sperare. Consente perfino di sognare la nascita di uno schieramento liberale, moderato e riformatore, l’unico che storicamente si è rivelato capace di governare l’Italia dal Risorgimento in poi. Le tragedie d’Italia sono infatti tutte nate dagli estremisti di destra e di sinistra.
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