La decisione del Governo di continuare a vietare le cerimonie religiose cattoliche e, penso, tutte le cerimonie religiose in generale, ha sollevato la protesta della Conferenza episcopale italiana, sconfessata dallo stesso Papa Francesco, che ha sostenuto che si deve obbedire alla restrizioni del Governo per la pandemia.
Si tratta di scelte che meritano una riflessione.
La prima riguarda più in generale il modo in cui oggi il fatto religioso è stato relegato ad elemento marginale ,a cosa considerata a priori come opzionale ,dimenticando totalmente le ragioni dei credenti.La scelta del governo sancisce questa percezione del fatto religioso in cui la Chiesa e ‘ messa sullo stesso piano di un museo o di un teatro .
Le chiese nella storia dei popoli e dell’italiano in modo particolare,non sono solo dei locali magari artisticamente belli e storicamente importanti .Le chiese sono luoghi di culto di cui la Messa e l’ Eucarestia sono il momento più alto e come tali vanno considerati.Quando si vedono d’estate turisti che vogliono entrare a visitare una chiesa in abbigliamento non idoneo abbiamo un’idea di come non si abbia più rispetto del luogo religioso,visto esclusivamente come uno scrigno d’arte .
E’ certo indispensabile usare la mascherina e i guanti e mantenere le distanze di sicurezza( anzi ,doveva essere fatto molto prima ) ,ma privare i fedeli del conforto dei sacramenti viola lo stesso principio costituzionale della libertà di culto in modo ingiustificato. Significa manifestare un implicito e rozzo materialismo che nega ogni valore al sacro. Posso liberamente accedere in tabaccheriaa rifornirsi di sigarette ,ma non in chiesa,appare qualcosa che stride anche di fronte alla logica.
E ciò vale per tutte le confessioni religiose ,ovviamente.
Il virus ha fatto venire a galla una concezione della vita che si limita a vedere la salvezza della propria pelle come unico vero valore,magari consentendo , sul versante opposto, l’eutanasia proprio perché la vita biologica resta l’unico metro di giudizio. Anche Machiavelli e persino Gramsci vedevano nella religione un elemento “aggregativo “ per un popolo . Sarebbe importante riprendere alcune loro riflessioni in merito. In particolare nei momenti bui ,ogni religione è stata motivo di conforto e di coesione sociale.E’ la storia a dimostrarlo in modo inconfutabile. Un amico sacerdote di Alassio già molti anni fa mi metteva in evidenza come la tenuta sociale dell’ Italia sia in larga misura dovuta al mondo cattolico e ai suoi valori che si oppongono al nichilismo cinico pervadente .Mi sembra naturale che la CEI non potesse tacere ulteriormente, anche se il tono usato è apparso un po’ troppo forte e risentito.Va detto che una libera Chiesa in un libero Stato debba poter esercitare ,pur con tutte le cautele necessarie, la sua attività pastorale . In questo caso va detto che sorge qualche dubbio sul fatto che viviamo in un libero Stato .
I troppi e pasticciati decreti del presidente del Consiglio hanno leso principi costituzionali e hanno svuotato il ruolo del Parlamento.Illustri giuristi hanno lanciato l’allarme .
La smentita del documento della CEI da parte del Papa appare abbastanza singolare . Questo Papa, fin dall’inizio, ha dimostrato di non voler essere clericale e questo è un suo merito storico. Ha voluto vedere la religione come qualcosa di molto vicino ai problemi concreti dell’ uomo e anche in questa occasione ha voluto ribadirlo .Ma sorge legittimo il dubbio se anche il Papa non dia la dovuta rilevanza al fatto religioso. Appare un paradosso incredibile ,ma qualche sospetto diventa legittimo .Certo la pandemia si sta rivelando un accadimento sconvolgente non solo per la morte e le sofferenze che semina , i drammi economici e sociali che provoca , ma anche i dubbi che determina.