Sono un abituale utilizzatore del Televideo Rai, che amo molto: poco spazio a disposizione, solo l’essenziale e niente bla bla. L’altro giorno, alla pag. 160 (“cultura”), trovo una schermata dedicata alla Biennale d’Arte di Venezia. La riassumo senza omettere nulla e nessuno. Leone d’oro ad un collettivo femminile maori. Leone d’oro per il padiglione australiano al noto Archie Moore (aborigeno di etnia Kamilaroi- Bigambul, come apprenderò in seguito, e unico maschio nell’elenco). Leone d’argento ad una nigeriana (nata a Londra). Leone alla carriera ad una turca, pioniera del femminismo e ad una calabrese emigrata in Brasile. Menzione d’onore ad una palestinese ed a una trans argentina.
Certo, il nostro vecchio mondo di radice greco-cristiana non ne esce molto bene: sembrerebbe colpito da una stipsi di creatività artistica. Però una cosa bisogna riconoscere: la femminista, la trans, il collettivo (di donne), l’aborigeno, beh, era difficile fare una scelta più (politicamente) corretta. Un po’ di spazio (qualche premio) in più, e ci stavano anche il bisessuale e il diversamente abile, ma già così, bravi davvero.