La lezione sulle donne di Alessandro Barbero al grattacielo San Paolo di Torino ha suscitato la legittima e dura protesta non solo delle solite femministe arrabbiate, ma anche di tutte le donne che hanno ascoltato le sue affermazioni sulla insicurezza delle donne piuttosto semplicistiche e banali e le sue affermazioni sulle discriminazioni tra i due sessi che impediscono una vera parità di diritti, perché le donne “hanno meno successo”. L’aver affermato che le donne hanno delle diversità naturali che le condannano ad una inevitabile subalternità, ha portato ironicamente a scrivere che Barbero ci ripropone un Medio Evo 2.0, essendo egli il noto docente di storia medievale a Vercelli. Un altro storico della stessa area politica di Barbero , ha alluso al collega, dicendo che lui, storico contemporaneista allievo di Tranfaglia, non si sognerebbe mai invasioni di campo, occupandosi di Storia Medievale. Forse solo Gioacchino Volpe, il vituperato Giacchino Volpe, poteva permettersi di scrivere di età storiche diverse. E’ da tanto tempo che contesto in quasi totale solitudine la scientificità delle esternazioni di Barbero, ad esempio su Vittorio Emanuele e sulle foibe. Spesso si tratta di battute intrise di demagogia e di ideologia stantia, totalmente prive di rigore storico. Adesso che ha toppato in modo clamoroso sui temi femminili, in molti si sono improvvisamente accorti che il professore di Vercelli ha superato certi limiti. Barbero ha spesso orgogliosamente vantato la sua storia comunista. Anche di recente si è allineato con il paleo – comunista Angelo D’Orsi. Un uomo di sinistra oggi non può dire certe cose sul tema delle donne. Ma anche qui c’è un’osservazione che va fatta . I capi comunisti Togliatti e Longo, ad esempio, erano forse sensibili ai temi femminili ? A me non sembra e i comportamenti che ebbero con le rispettive mogli che erano anche esponenti comuniste , sta a testimoniare qualcosa di molto diverso ,non solo perché i tempi erano altri. Il Migliore dovette vivere in clandestinità per un certo periodo di tempo il suo amore per la Jotti di cui parlerà Barbero prossimamente. Sarà interessante sapere cosa dirà su Togliatti. Le due mogli di Togliatti e di Longo erano dei veri e propri mastini, non certe le donne fragili e timide di cui ha parlato Barbero che giunge a parlare di differenze “strutturali”. Verrebbe facile , ma sarebbe ingiusto, affermare che il professore comunista riflette, magari inconsciamente ,situazioni che non videro nel Pci il paladino dei diritti femminili per molte decine d’anni. Le prime donne politiche impegnate su quel terreno furono le socialiste , a partire da Lina Merlin per giungere a Maria Magnani Noya. Ma Barbero ha scelto di parlare di una pur degnissima persona come la Jotti che seppe percorrere con indiscussa capacità la sua strada politica soprattutto dopo la morte di Togliatti. Anche questa una scelta che deve far riflettere Verrebbe anche voglia di ricordare, come è stato fatto, il detto latino relativo a Giove ma sarebbe ingeneroso applicarlo ad uno studioso che come medievista merita tutta la considerazione possibile, anche se il troppo successo mediatico non fa certo bene agli studiosi.
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