Albert Uderzo, morto ieri, e Renè Goscinny: entrambi francesi di nascita, ma il primo nato da genitori italiani, e l’altro da una coppia di polacchi di matrice ebraica.
Solo da un melting pot così poteva saltare fuori la saga di Asterix e del suo villaggio. L’essenza della “francesità”, con le sue luci e le sue ombre, che al meglio hanno potuto cogliere coloro che hanno avuto la possibilità di leggere quegli albi in edizione originale, con riferimenti e giochi di parole inevitabilmente persi o meno chiari nelle versioni tradotte.
Favoloso, poi, il filo conduttore, dipanato di albo in albo, del rapporto con gli altri popoli europei (iberici, elvezi, britanni, belgi…) e non solo (egizi, nativi americani…). Un rapporto sempre inizialmente difficile, che sfocia poi nel riconoscere e persino amare allegramente le reciproche differenze.
Irriducibili nel loro orgoglio nazionale, soprattutto nello scontro senza tregua ma mai feroce con i romani invasori, Asterix, Obelix e i loro compagni del villaggio hanno sempre rilanciato (magari in modo schematico ed elementare: ma son fumetti, oh) un bel messaggio di fratellanza umana.
Un sentimento che non comporta necessariamente il gradirsi a vicenda, quanto il riconoscersi reciprocamente la dignità e il diritto alla vita. Che già non è poco.
#Uderzo #Goscinny #Asterix