Il sindaco di Milano Sala, sempre più travolto dalla demagogia che neppure Appendino ha saputo partorire, ha vietato il fumo all’aria aperta in città, attribuendo al fumo passivo dei guasti devastanti che non corrispondono al vero. Lo scrittore Antonio Scurati, quello di “M.” , espressione di “un antifascismo
epilettico (Emilio Lussu parlava di anticomunismo epilettico), tabagista accanito, ha scritto sul
“Corriere della sera“ che lui avrebbe continuato a fumare in nome della libertà. Anzi, si è accorto all’improvviso che il Regime attuale da lui prediletto sta togliendo le libertà agli italiani. La libertà non si sa più dove inizia, dice una volta tanto giustamente lo scrittore. Per capire la forza del ragionamento di
Scurati, basti pensare che ad aprirgli gli occhi, la bocca e le narici (quelle di cui parlava il grande Guareschi è la voglia pazza di fumare. Per lui la libertà per cui merita battersi è quella di fumare. E lo scrive anche, questo antifascista fazioso che pretende di scrivere su cose che non conosce, rivelando
un astio rivelatore di scarso, se non nullo, acume storiografico. Che ci sia di nuovo gente che voglia intervenire sulla libertà di pensiero con divieti che appesantiscono le sanzioni delle leggi Scelba e Mancino, oltre a  sanzionare ogni forma di pensiero relativa all’omosessualità che non sia quella voluta dalla signora Cirinnà, a Scurati interessa nulla perché la sua unica idea, oltre l’odio personale  verso
il duce è quella della libertà di fumare. Angelo Fresia, un giornalista coraggioso e capace che “La Stampa“ non ammise al praticantato, vanificandogli il lavoro di anni, mi ha segnalato che il medico partigiano Felice Cascione, autore della  famosa canzone “Fischia il vento“, disse di fronte a due prigionieri repubblichini, che lui non si sentiva di farli ammazzare, perché come medico aveva studiato vent’anni per salvare la vita degli uomini. Anche Primo Levi rimase sconvolto in Valle d’Aosta per certi ammazzanenti tra partigiani. Nell’anno 2021, anno secondo della pandemia, abbiamo degli antifascisti che vorrebbero nuovi piazzali Loreto, purché venisse garantita la libertà di fumo e, si immagina, di urinare sul
cadavere della Petacci. Questo antifascismo puzzolente di fumo  anche ideologico lo rifiuto  e lo disprezzo ed ammiro Cascione, medaglia d’oro  al V. M. alla memoria, che rispettava come medico e come uomo la vita dei nemici. Che grande lezione di civiltà umana, democratica, antifascista la sua.