Al museo MAXXI di Roma, fino al 20 ottobre 2024

Una mostra che invita a togliersi le scarpe e a immergersi, fisicamente e mentalmente, nello spazio che la circonda. Al MAXXI di Roma, fino al 20 ottobre, la mostra “Ambienti. Environments by Women Artists” ci conduce in un percorso di interazione e riflessione attraverso 19 opere realizzate da artiste donne. Una scelta curatoriale che rivendica e celebra il ruolo spesso poco valorizzato delle donne nell’arte contemporanea.

Il viaggio comincia con “Red”, un’enorme installazione dell’artista giapponese Tsuruko Yamazaki. Sospeso in aria, questo cubo rosso non si limita a essere osservato: chiede di essere attraversato, abitato. L’invito è a interagire, a cambiare prospettiva. Le sfumature di colore si trasformano al nostro passaggio, e noi stessi, insieme agli altri visitatori, diventiamo parte integrante dell’opera. Un’esperienza che richiama il concetto stesso di arte come luogo vissuto, mai statico. Senza di noi, il cubo è solo una struttura geometrica, con la nostra presenza diventa un universo in trasformazione.

La mostra prosegue con un susseguirsi di ambienti che richiedono non solo di essere osservati, ma di essere abitati e vissuti. “¡Revuélquese y Viva!” di Marta Minujín è un’esplosione di cuscini colorati che invita a lasciarsi andare, a rompere le barriere e a ritrovare la gioia del gioco. Un’opera che risveglia la fanciullezza sopita, spezza le convenzioni e invita il visitatore a vivere l’arte in modo libero e spontaneo. Minujín ci ricorda, con leggerezza, che il bello della vita è anche nel ritorno all’essenziale.

Le altre sale non sono da meno in quanto a originalità e impatto. L’universo immersivo di Pipilotti Rist con “Sip my Ocean” coinvolge tutti i sensi, mentre Esther Stocker gioca con le illusioni ottiche, creando spazi che sfidano la percezione. Judy Chicago, con il suo “Feather Room”, trasporta il visitatore in un ambiente soffice e etereo, dove le piume diventano simbolo di leggerezza e femminilità. E poi c’è il suono, protagonista in “The Bird Tree” di Christina Kubisch, un’opera che si modella sui passi di chi la attraversa, in un gioco sonoro che rende il visitatore co-creatore dell’esperienza.

Le opere invitano a provare emozioni profonde e talvolta perturbanti. “Spectral Passage” di Alexandra Kasuba trasforma lo spazio in un corridoio deforme e inquietante, in cui il visitatore si perde. Lea Lublin, con “Penetraction / Expulsion”, sfida il concetto di spazio fisico e mentale, mentre Lygia Clark, con “A casa é o corpo”, ci invita a rinascere, attraversando simbolicamente il ventre materno in un’opera di forte impatto emotivo.

L’insieme delle opere non è semplicemente una collezione di installazioni: è un percorso che mette il visitatore al centro. Non si tratta di osservare passivamente, ma di essere attori all’interno di un’esperienza artistica che ci coinvolge a tutto tondo. La scelta di esporre esclusivamente opere di artiste donne è una decisione importante e consapevole: un atto di riequilibrio nel panorama dell’arte contemporanea, spesso dominato da voci maschili. Queste donne, con le loro opere, offrono visioni del mondo intime e universali, invitandoci a riflettere sulla nostra presenza nello spazio e nel tempo.

La mostra “Ambienti” è molto più di un’esposizione: è un’esperienza sensoriale e intellettuale che invita alla partecipazione attiva e alla riflessione. Un’occasione per riscoprire l’arte contemporanea come un territorio da esplorare, e non semplicemente da osservare.

Non limitatevi a visitarla: vivetela. Lasciatevi coinvolgere, toccate con mano, ascoltate i suoni e le sensazioni che queste artiste hanno saputo creare.