A Palazzo Strozzi, a Firenze, è in corso una mostra dedicata all’artista tedesco Anselm Kiefer, che è  contraddistinto da una monumentalità che ha ben dimostrato due anni fa  a Venezia, nella sala dello Scrutinio di palazzo Ducale, dove il confronto era con il Tintoretto, combattendo con Giacobbe con l’Angelo.

A Firenze, a cominciare dal cortile scandito dal ritmo razionale degli archi, ha appeso l’opera intitolata “La caduta dell’angelo”, un dipinto, caos realizzato ad hoc. Si tratta di un’opera di sette metri di altezza che raffigura il combattimento raccontato nell’Apocalisse tra l’Arcangelo Michele e gli angeli ribelli.

“All’inizio del mondo ci fu una lotta molto dura. Lucifero si ribellò a Dio e venne sconfitto  da San Michele”. È  una storia che rivela un mondo imperfetto, mal costruito fin dall’inizio” – spiega l’artista.

L’esposizione  a Palazzo Strozzi consente di entrare in contatto con uno degli artisti  più importanti tra XX e XXI secolo, attraverso un percorso di lavori storici e nuove produzioni, tra cui, appunto, una nuova grande opera creata nel cortile rinascimentale.

A cura di Arturo Galansino, Direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, “Anselm Kiefer. Angeli caduti” rappresenta un viaggio attraverso allegorie, figure e forme che riflettono sull’identità, la poesia, le vicende storiche e i diversi pensieri filosofici.

Anselm Kiefer, utilizzando pittura, scultura, installazione e fotografia, propone un percorso di introspezione sull’essere umano, esplorando le connessioni tra passato, presente e futuro.

Fin dai suoi esordi alla  fine degli anni Sessanta,  Kiefer ha realizzato una profonda e stratificata ricerca sui temi della memoria, del mito, della storia, della letteratura e della filosofia.  Nel suo percorso artistico si inseriscono e si uniscono mito, religione, misticismo, poesia e filosofia e ogni sua produzione artistica rappresenta ed esprime il rifiuto del limite sia nella monumentalità,  sia nella materialità,  nella ricchezza di quelle risorse con  le quali sonda la memoria, il passato e le loro profondità.

Anselm Kiefer è  uno degli artisti maggiormente versatili e importanti tra i contemporanei.

La sua pratica artistica abbraccia media diversi, tra cui la pittura, la scultura, la fotografia, la xilografia, libri d’artista, installazioni e architettura.

Dopo gli studi in legge e in lingue romanze, si è dedicato agli studi d’arte presso le Accademie di Friburgo e Karlsruhe, confrontandosi con le sue prime opere con la storia del Terzo Reich e l’identità post bellica della Germania, squarciando il silenzio presente ancora sul passato recente.

Dal 1971 fino al trasferimento in Francia nel 1992, Kiefer ha lavorato nell’Odenwald, in Germania, incorporando nel suo lavoro materiali e tecniche ora emblematici, come il piombo, la paglia, le piante, i tessuti, le xilografie, insieme a temi come l’Anello del Nibelungo di Wagner, la poesia di Paul Celan e Ingeborg Bachmann, oltre a riferimenti al misticismo ebraico e alla Bibbia.

La metà degli anni Novanta ha segnato un cambiamento nel suo lavoro, lunghi viaggi in India, Asia, America e Nord Africa hanno ispirato l’interesse per lo scambio di pensiero tra mondo orientale e mondo occidentale e strutture che ricordano l’architettura mesopotamica entrano nelle sue opere. Diventano anche evidenti gli accenni ai paesaggi del Sud della Francia, con rappresentazioni di costellazioni o l’inclusione di piante e semi di girasole.

Kiefer, appassionato lettore, ha arricchito le sue opere di riferimenti letterari e poetici stratificati; si tratta di associazioni che non sono fisse né letterali, ma si sovrappongono in un tessuto interconnesso di interesse per i libri che, come testo e come oggetto, si riverbera nel suo lavoro.

Oltre a realizzare dipinti, sculture, libri e fotografie, Kiefer è intervenuto in vari luoghi, trasformando una vecchia fabbrica di mattoni in Germania, a Hopfingen, in uno studio, creando installazioni e sculture, che sono diventate parte del luogo stesso. Alcuni anni dopo il suo trasferimento a Barjac, in Francia, Kiefer ha poi nuovamente trasformato la proprietà intorno al suo studio, scavando per creare una rete di tunnel sotterranei e cripte collegati a installazioni d’arte.

È stata istituita la fondazione Eschaton-Anselm-Kiefer Foundation, coincisa con il ritorno di Kiefer a Venezia, dove nel palazzo Ducale ha inserito una serie di  dipinti ispirati agli scritti del filosofo italiano Andrea Emo.

La mostra  è visitabile tutti i giorni fino all’11 luglio prossimo a Palazzo Strozzi dalle 10 alle 20, il giovedì fino alle 23.