È stato presentato a Torino dal regista Gianni Amelio un film, anzi quasi un Docufilm, sul caso che fece molto discutere l’Italia a cavallo degli anni 60 e 70: il caso Braibanti. Aldo Braibanti era un intellettuale comunista, anzi un Dirigente che venne espulso dal Partito, in quanto sospetto di omosessualità. Il film ripercorre tutti i fatti sino al processo, seguito all’epoca con un certo voyeurismo da tutti i media e con grande imbarazzo da l’Unità che definisce il Braibanti” ex militante di un partito dei lavoratori”. Un cronista che seguiva tutte le udienze e voleva raccontare i fatti salienti e certe storture, viene licenziato in tronco, senza troppe scusanti. Il film si snoda tra l’affetto e l’innamoramento, più intellettuale che carnale, di un ventitreenne, nel film Ettore, per il Suo Maestro e l’atteggiamento della società dell’epoca. Il Braibanti aveva creato una scuola di recitazione, molto frequentata da ragazze e ragazzi, nella Rocca di Castel Arquato (Pc) e già questo creava inquietudine nella rossa Emilia. In più il fatto che fosse anche un appassionato mirmecologo, cioè studioso del comportamento sociale delle Formiche che appassionava già 3000 anni fa, anche Plinio Il Vecchio, lo rendeva diverso e bizzarro agli occhi dei più. Plinio il Vecchio scrisse: «È da lodare l’industriosità delle formiche che lavorano nelle notti d’estate. Le formiche riposano nel periodo di luna nuova e sono molto indaffarate in quello di luna piena, anche di notte.” Da qui il titolo del film, reso ancor più attrattivo dalla presenza in sala del regista, molto generoso con i presenti e con il quale ho a lungo dialogato. La fotografia è bellissima che, con un certo orgoglio dichiara di essere del figlio, i luoghi, la mia Emilia e Roma sono da grande Bellezza, la colonna sonora inframezzata con brani di Renata Tebaldi, amatissima da mia mamma, la rivale eterna dell’arcigna Callas, come lei definiva, la soprano greca. Inutile sottolineare la prova da grande attore di Luigi Lo Cascio che ci stupirà ancora. Nei dialoghi con il pubblico a trovare, con insistenza, un parallelismo con Pasolini, Amelio si schernisce quasi si inalbera. Mi fa piacere che il pensiero di un grande ed autorevole intellettuale coincida con il mio. Pasolini subì anche lui un processo e fu espulso dal PCI ma per fatti molto gravi, perseguibili ancor oggi. ma fu subito assolto. Aver costretto a Sarzana diversi minorenni a rapporti sessuali, come ricorda Amelio, e per questo allontanato dal Friuli e “confinato” a Roma, dove peraltro, continuò con il suo atteggiamento. Ma Pasolini aveva dietro tutta l’intellighenzia di sinistra, l’apparato mediatico di potere, ed era diventato molto ricco a differenza di Braibanti isolato ed indigente. Ricordiamoci anche che Pasolini scriveva negli anni settanta per il Corriere Della Sera di Ottone, lo stesso Piero Ottone che licenzia in tronco Indro Montanelli. Ancor oggi Pasolini è celebrato come un grande artista, nulla viene fuori di queste sue colpe che viceversa vengono viste come un sintomo di libertà, Braibanti subì il carcere per una relazione, tra l’altro più intellettuale che fisica, con un adulto, Pasolini è diventato il simbolo, per tutto il mondo della sinistra e non solo, di una visione e previsione della società contemporanea, inattaccabile, incriticabile ,un’icona. Peccato che gli scritti e le opere in generale del Braibanti viceversa non abbiano la stessa notorietà che meriterebbero. Per questo ed altri motivi, il Signore delle Formiche è un film assolutamente da vedere anzi è un film da Oscar!
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