Alla fine ha prevalso la demagogia, il timore di rivolte  aizzate dai soliti Centri  Sociali, che provocatoriamente avevano tirato corde in piazza del Plebiscito e davanti al Comune, tant’è che il Sindaco Manfredi ha ritirato l’ordinanza  che vietava i panni stesi in  centro. Spacciata come una caratteristica, come connotativa di una città, che viceversa vive sospesa tra grande Bellezza  ed infinito degrado, alla fine uno dei pochi provvedimenti che potevano restituire dignità e decoro e farla riassurgere al ruolo di grande capitale, è stato cassato. Ignoranza infinita nella città di Gentile e  Croce, definita da quest’ultimo “Un Paradiso abitato da Diavoli”, il teorico dell’Estetica, come Filosofia del Bello, e che per primo ne aveva raccolto le contraddizioni. In modo più leggero, ricordando un altro napoletano,  Antonio de Curtis “Miseria e Nobiltà”, che ne coglieva al cinema gli aspetti più contradditori, senza dimenticare il grande Eduardo che cercava di sventare i luoghi comuni sulla sua  città. La Napoli del più bel Teatro lirico del Mondo, il San Carlo, della Metropolitana che è un Museo d’arte contemporanea, di un efficiente  se pur piccolo Aeroporto, degli infiniti edifici Storici, si scontra con questa rassegnazione o peggio orgoglio della sua indole stracciona che viene spacciata  come “cultura” e  pittoresca, il più idiota degli aggettivi per definire il degrado. Questo “pittoresco”, sappiano i napoletani che si  sono opposti all’Ordinanza  del Sindaco, piace molto ai turisti stranieri che lo fotografano poi per tornare ai loro Paesi ed irridere sul grado di inciviltà degli italiani, si  di italiani non napoletani, perché alla fine  a farne le spese, sono tutti gli abitanti della  Penisola.  Il decoro urbano, sostengo da  sempre io, è il ristoro degli onesti, dei cittadini che pagano i tributi ma desiderano  vivere con dignità e nella Bellezza.