Corso Massimo d’ Azeglio a Torino, di fronte al Valentino, era un corso fiabesco dotato di splendide  ville, costruite tra la fine del ‘700 e fine’ 800.Una di queste era la cosiddetta “Villa il Cenacolo”, fatta erigere nel 1869 dal conte Tornielli su progetto dell’arch. Ferrante in pieno stile Tudor. La villa  che constava anche di una cappella privata, fu poi venduta al Conte francese Hurault de Vibray per ospitare  la congregazione d’oltralpe, detta del Cenacolo. Indenne ai bombardamenti, fu fatta demolire, per costruire a metà degli anni ’60 un edificio moderno. Quando da bambina mio papà mi portava al Valentino, mi ricordava sempre questa triste storia. Le suore subaffittavano, per arrotondare, e sin qui niente male, a varie Associazioni Culturali di cui mio papà faceva parte. Poco dopo, dietro un allettante  o penso, a quella che viene definita in gergo solitamente, “una proposta che non si può rifiutare”, i francesi vendettero e le suore furono trasferite in piazza Guido Gozzano. Il palazzinaro di turno, fece erigere, dopo lo sconcerto di molti torinesi per la demolizione della Villa, un condominio pretenzioso, sul quale mi astengo da ogni commento di carattere estetico. Importante questa villa  di  Torino, perché l’unica qui da noi, di stile Tudor, che è stato presente in Inghilterra tra il 1400 e fine ‘500, quando noi si era in pieno Rinascimento. Gli esempi più noti sono la Cappella di Westminster, la College Chapel a Cambridge. Negli anni a cavallo tra la metà degli anni ’60 e ’70,Torino ed altre città italiane, furono pervase dalla furia demolitrice, il centro storico fu abbandonato per privilegiare le Ville che viceversa una volta servivano per la villeggiatura, salvo poi scoprire che era oltremodo dispendioso e scomodo per chi lavorava in città. Scrissi fiumi di parole, giovanissima studentessa di architettura, sulla gloriosa Gazzetta del Popolo, che condivideva le mie idee sul degrado del centro e la terziarizzazione selvaggia. Con molto ritardo, rispetto ad altre città si iniziò con un progressivo rilancio a fine anni ’80,dopo aver la borghesia torinese aver fatto costruire, al al pari di quella romana con i Parioli, pretenziosi edifici alla Crocetta. Per ironia della sorte, il valore immobiliare nella cosiddetta “zona bene “è incredibilmente sceso, mentre ogni giorno di più, salgono  quelli in centro. Anche qui corsi e ricorsi storici.