Superando  il disgusto  per le vergognose  dichiarazioni di ministri e sottosegretari  in merito alle  chiusure  sciistiche  ed al coprifuoco  anche  per il Santo Natale, da  veri  “sepolcri  imbiancati” quali sono, cerchiamo  di diffondere  alcune importanti  statistiche, di cui  non vi è traccia  nella stampa  di “regime”. Cominciamo dal dato più importante  e cioè  che  i  1.509.875  colpiti, rappresentano poco più  del  2,50%   rispetto  alla  popolazione  “ufficiale” di 60 milioni, per cui, anche  ulteriori  incrementi, prima  della  vaccinazione  della popolazione  ben difficilmente  potranno portare il dato dei  colpiti dal virus a  percentuali  più  preoccupanti. Il  secondo dato, altrettanto  importante,  è il  numero dei decessi  di 52.250  cioè  il 3,46%  rispetto  al totale delle  persone  colpite, mentre  imponente è il numero dei guariti  di cui la maggioranza  è guarita  rimanendo  in casa, curandosi   normalmente, con sistemi  che avrebbero  dovuto  essere maggiormente segnalati  nei  famosi  giornali, evidenziandone  le modalità  ed i medicinali  adeguati, alleggerendo  così  il carico ospedaliero, che è la maggiore  preoccupazione  governativa. Tornando  al  numero  dei decessi  allo  stesso  è stato dato  grande rilievo, (un giornalista  del grande  Corriere  lo ha  definito  “strage”, forse non conoscendo  il significato di questo termine) per cui  vediamo  qual è  il numero dei decessi in Italia, ante Covid: nel  2015 sono stati 653.000, poi nel  2016, furono 613.000, nel 2017 risalirono a 650.614, nel 2018  calarono lievemente a 636.000 e nel  2019 ritornarono  a 647.000. Come si nota  il numero  è sempre intorno  ai  650.000 tranne  il  2016, per cui l’aumento  di quest’anno  rappresenta meno  del 10% rispetto  al passato, dato non trascurabile, ma neanche tragico, come  è  invece il tono  catastrofista  del governo. E  di questi decessi  qual è  la  loto composizione? Il dato  disaggregato (tutti i dati citati sono  ufficiali ISTAT), più recente si riferisce al  2017 e vede  il  35,8%  dei decessi  per malattie  cardiocircolatorie, l’8,20% per malattie respiratorie ed il 27,7%  per  cause tumorali, in cifra  180.081, cioè più  di tre volte le attuali  vittime del corona virus. E’ quindi il caso di farne una tragedia, con gravissime conseguenze economiche e sociali  alle quali le formule assistenziali, oltre al loro costo  non indifferente, non danno che risposte temporanee  ed assistere  alla ulteriore diminuzione delle nascite, (gravissimo problema  per il nostro futuro di italiani), all’aumento  degli squilibri  mentali, degli atti  autolesivi  e suicidari  dei giovani  e giovanissimi, con possibili future conseguenze, alle violenze contro le donne. Tutto questo  per aver seguito  gli estremisti  del rigore, dimenticando che sempre ed ovunque l’estremismo, anche ispirato  alle migliori intenzioni, è  anch’esso  una malattia, il cui rimedio è nella  moderazione dei toni, nell’enunciare le precauzioni da adottare  ed  i pochi e chiari  obblighi, e farli eseguire dando il tempo ragionevole  per verificarne i risultati  senza il ridicolo balletto, “oggi sì, e domani chissà”.