È stata una donna fuori ordinanza con i suoi interessi culturali e con le sue evidenti capacità di natura manageriale nella storica Centrale del Latte di Torino, con i suoi amori e con il suo spirito libero. Prima della lunga e dolorosa malattia aveva rotto ogni rapporto con gente che frequentava da tempo e che giudicava essere diventata fascista e quindi da eliminare dal cerchio delle sue amicizie. Era innamorata dell’arte e prediligeva Maria Grazia Imarisio che veniva ad ascoltare al Centro Pannunzio.
La passione della sua vita era il vecchio circolo degli Artisti spodestato dalla sua storica sede di via Bogino per far posto al nascituro circolo dei lettori oggi in mano a Culicchia. A proposito, se leggete i nomi dei dirigenti dal 1847 del Circolo degli artisti, vedete i nomi di d’Azeglio e Rattazzi, di Sambuy, anche se negli ultimi anni del ‘900 la degerazione dei tempi aveva portato persino il bos socialdemocratico Benzi alla presidenza. Antonio Forchino aveva fatto rivivere di nuova luce il Circolo ma la morte aveva troncato il suo lavoro. La sorella Gabriella aveva fatto di tutto per salvare il Circolo da assalti alla diligenza che avrebbero disonorato la storia del Circolo. Si era impegnata a fondo ed era riuscita a dare continuità al lavoro del fratello con la elezione dell’avv. Tartaglino. Dopo l’occupazione quasi manu militari del Circolo degli artisti da parte della Regione che favorì la nascita del circolo dei lettori , si era avvicinata al Centro Pannunzio, rimpiangendo nel suo animo il Circolo che prima dell ‘arrivo dei “nuovi barbari“, come li definiva lei, aveva saputo mantenere una atmosfera unica: non ci si sarebbe stupiti di vedere Cavour o d’Azeglio apparire all’improvviso nelle sue sale un po’ fané tanto amate da Antonio Forchino, uomo di carattere, non sempre di buon carattere. L’accoppiata dei Forchino fu protagonista di una delle più belle pagine della cultura torinese. E ‘ anche per questo che facciamo un po’ di fatica a vedere a capo di via Bogino il Signor Culicchia, vicenda che è stata risparmiata a Gabriella che come me amava Alassio e il suo mare dove la vedevo finalmente serena, allegra, distesa.
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