Non ho nulla contro Ottavia Piana, la speleologa bloccata nella grotta Abisso Bueno Fonteno, nonostante si denoti assai esosa, sino a brucare nelle mie tasche e non solo le mie.
Come contribuente coatto – se potessi, ma non posso, entrerei tra i mitici evasori – esigo che le sue performances non siano mai più pagate da Pantalone, cioè pure da me e da tutti i non milionari giornalisti dell’Opinione.
Egregia Ottavia, ti garba assai esplorare le grotte? Ti piace fratturarti le caviglie? Vuoi buttarti nei cunicoli e negli anfratti, per dare finalmente un senso alla tua incomprensibile presenza su questa Terra?
Siamo con te. Tutti ci chiediamo chi siamo e che stiamo a fare su questo Pianeta, oscurato e reso visigotico da George Soros, dai comunisti, dall’Unione europea, da Sigfrido Ranucci, da Pier Luigi Bersani, dalla ANM.
da Tiziana Panella, da Giuseppi Conte.
E stupefatti ci domandiamo della Siria applaudita e sponsorizzata dagli occidentali imbecilli, proprio ora che si trova nelle mani di Al Qaeda.
Eppure, afflitti da codesti tremendi interrogativi esistenziali, non ci sentiamo autorizzati a precipitarci dall’ottavo piano, per vedere l’effetto che fa, in attesa di tempestivi e provvidenziali soccorsi a carico dello Stato.
Allora, cara speleologa militante, prima di tutto, scordati che lo Stato ti debba soccorrere anche su fai scialpinismo sull’Everest e sottoscrivi subito una congrua assicurazione.
Dopo di ché sprofondati e beccati tutti gli incidenti e le ipotermie che cerchi dalle grotte insidiose.
Insomma, osa pure dove osano le aquile, ma fatti salvare a spese tue, che io debbo fare la spesa.
E non rompere più le scatole con la tua mania ipogeica, visto che è già la seconda volta che rimani bloccata nel medesimo Abisso Bueno Fonteno.
Esimia Ottavia, patetica superwoman per i telegiornali buonistidioti, è la seconda volta che anche con le mie tasse, vieni riportata fuori dagli stessi sprofondi.
Perciò, costosa fanciulla, se ci riprovi, la terza volta, secondo me, sarebbe giusto lasciarti là sotto a riflettere sulla responsabilità che dovrebbe essere sempre personale e non dovrebbe mai coinvolgere l’intera comunità dei contribuenti, magari pantofolai e che, al massimo della temeriarità, si calano perigliosamente nei supermercati, per raggranellare pesanti buste di quattro salti in padella.
Ebbene, lo dico e lo ridico: secondo me, devi rimanere laggiù nelle cavità di roccia calcarea, sola, dolorante e raminga, fin quando non verrai issata e recuperata dal personale pagato dall’Assicurazione – ti consiglio la più ladrona possibile- da te sottoscritta.
Giammai, però, dal Soccorso Alpino Speleologico lombardo che pesa troppo per colpa tua sulle mie tasche di pensionato.
Paga e sarai sana e salva, altrimenti non contare sui pantofolai che pagano le tasse, perché prima o poi, ti diranno: resta laggiù e divertiti negli anfratti, costosa superwomam!