La disperazione di una Pasqua al mare con il brutto tempo porta a far cose inimmaginabili. L’episodio in questione è minimo e non meriterebbe attenzione ma esso è rivelatore di un protagonismo che giunge a beffarsi delle stesse istituzioni, coinvolgendole in uno stupido scherzo del primo aprile. Le elezioni sono più che mai oggi l’ultimo momento sacro rimasto della democrazia, riconquistata il 25 aprile 1945 al prezzo del sangue e del sacrificio di tanti italiani. Le elezioni restano un momento solenne, l’unico nel quale il cittadino sovrano può decidere nel segreto dell’urna e i partiti possono uscire anche con le ossa rotte. Ebbene, il 1 aprile, complice una giornalista che ha giocato ingenuamente al facile scoop, un gruppetto di burloni -che si auto definiscono “monelli“ armati di fionda, malgrado l’età avanzata e quasi veneranda- di Albenga, città nota per le sue torri medievali , ha annunciato la presentazione di una propria lista comunale con candidato sindaco il loro ducetto , quel Gino Rapa che lui stesso con raffinata autoironia si auto definisce “testa di rapa“ titolo di un suo librino di grande successo entro le torri ingaune fino a lambire la periferia di Borghetto Santo Spirito e Ceriale. Non è che la politica riesca ad attrarre molto interesse ad Albenga perché i tempi di sindaci come Viveri e Guarnieri, citando solo due nomi, sono lontani. Il mestiere di sindaco è duro e poco ambito e i professionisti o i politici più capaci non si lasciano sedurre dalla fascia tricolore . Franco Vazio è l’unico parlamentare che ha saputo emergere , come Marco Melgrati sindaco da 4 mandati ad Alassio. Il sindaco Cangiano non ha accettato un secondo mandato ed è tornato a fare l’avvocato di successo. Ecco allora infilarsi il primo aprile il burlone che ,pur di apparire sul giornale, si inventa, creduto, un nuovo listone civico con tutti i maggiorenti ingauni, capeggiati dal nuovo candidato podestà Rapa. Si può scherzare di tutto ma le elezioni non debbono prestarsi allo scherzo del primo d’aprile. Solo dei qualunquisti e populisti di pessima lega possono imbastirci su scherzi egocentrici che rivelano anche mancanza di totale fantasia . Così si divertono i monelli di Albenga specie se a Pasqua piove e sono costretti a stare a casa, senza poter girare per gli amati carugi. Quello che è accaduto ad Albenga va citato come un pessimo esempio di scherzo in cui il provincialismo della corsa nei sacchi e dell’albero della cuccagna diventa una raffinatezza quasi parigina. I tanti che sono rimasti a casa per Pasqua, devono sapere cosa si sono persi della vita rivierasca del Ponente ligure.
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