Alcuni anni orsono, durante un’escursione, mi è capitato di addentrarmi nell’ esteso territorio boschivo di Montenotte, interessante vari comuni della provincia di Savona. A un certo punto del percorso, raggiunta una località denominata Pianlazzo, mi sono imbattuto, ed ho fotografato, una vecchia cascina in totale abbandono, porte e finestre spalancate o divelte, e tutto attorno una crescente selvatica vegetazione. Esplorando l’interno della cascina, una prima sorpresa: qualcuno, anni prima, mi aveva preceduto, lasciando i segni del suo passaggio. Con resti carbonizzati di tizzoni dell’antico focolare, si era ingegnato a scrivere sui muri, a grandi lettere. Riporto integralmente la frase principale:
<Volete avere 22 anni e dimostrarne 60?
Arruolatevi negli agenti di custodia>
A lato, altre scritte chiarificatrici e una data incompleta, mal leggibile nella sua interezza:
<E’ finita – 5/6/199…(?)>
Subito al di sopra, assieme ad altro, la nota: <36° C…(orso ?)>
Non sembrerà azzardato ricostruire qui le vicende e lo spirito che hanno portato alle scritte su quei muri:
Al termine del Corso (il trentaseiesimo) della Scuola per Agenti di Custodia in Cairo Montenotte (ora chiusa), un gruppo di allievi ha pensato di festeggiare allegramente, inoltrandosi alquanto nel bosco misterioso. Scoperto casualmente quel rudere isolato, ha affidato alle pareti dello stesso la propria manifestazione di giubilo e sollievo: finalmente è finita!
Segue però subito dopo, lapidario e triste, un ripensamento: volete avere ventidue anni e dimostrarne sessanta? Arruolatevi negli agenti di custodia!! E’ chiaro che il lavoro a cui si sentono avviati appare a questi giovani del tutto inappagante.
Uomini che sorvegliano altri uomini privati della loro libertà. Compito ingrato l’imporre ripetuto di regole precise ed ordinanze, orari, limiti, divieti di ogni tipo ad una variegata umanità di reclusi riluttanti, costretti a disagiate convivenze. E’ storia quotidiana la comparsa di rifiuti, intolleranze, piccole e grandi provocazioni, meschini e reciproci ricatti. Il rischio per il carceriere è quello del logoramento. Il pericolo è una spropositata reazione spazientita e l’attuazione di un vendicativo autoritarismo.
Attraverso i comuni mezzi di informazione, tutti abbiamo potuto visionare (e forse dimenticare) indegne immagini di veri e propri pestaggi nei confronti di prigionieri. Tutti noi li condanniamo, quando almeno ne veniamo a conoscenza. Nel frattempo non va mai dimenticato il margine sottile ed insidioso di un corretto comportamento nei rapporti tra carceriere e carcerato.
La conflittualità potrebbe essere attenuata (non risolta), migliorando le condizioni di vita nelle carceri, vetuste, incivili e sovraffollate. Ma alla guardia carceraria deve essere riconosciuta la dignità di un lavoro difficile e pesante. Sempre di più si rendono necessari incentivi economici, assunzioni adeguate, e soprattutto, al momento della scuola, formazione sociale, culturale, psicologica e morale.
Il decantato, recente inasprimento delle pene già esistenti per il carcerato che reagisce con violenza nei confronti dell’agente di custodia appare solo un inutile e gratuito ripiego da parte di un governo insensibile e fondamentalmente solo punitivo.
Rimane intatto, nel frattempo, il rovinoso senso di sfiducia e delusione manifestato anni fa sui muri di una cascina abbandonata nel bosco.